Perché seguire l'Europeo in Francia - Zona Cesarini

Perché seguire l’Europeo in Francia

Dopo infinite amichevoli, accese polemiche per le convocazioni, il numero 10 a Thiago Motta e previsioni di ogni sorta, stasera a Saint Denis prende finalmente il via l’Europeo cancellando dietro di sé un lunghissimo mese di warm-up. In redazione ci siamo seduti e abbiamo fatto una breve chiacchierata incrociata a cinque sui temi clou del torneo che monopolizzerà attenzioni e discussioni per i prossimi trenta giorni.

Partiamo con un classico: la squadra sorpresa dell’Europeo?

Leonardo Capanni

Sono clamorosamente indeciso: il cuore vorrebbe urlare un’affascinante e talentuosa Croazia, il mio animo da inguaribile hipster calciofilo sussurrerebbe una sottostimata Polonia. Direi queste due squadre alla pari. Infine, c’è un Belgio atomico dalla trequarti in su – che onestamente non è un outsider – ma che sono curioso di vedere all’opera dopo anni di consolidamento, ad alto livello, dei propri talenti e con una generazione ben bilanciata nelle sue componenti, sia anagrafiche che tecnico-tattiche.

Gianluca Lorenzoni

Ovviamente il concetto di sorpresa deve essere ponderato alle aspettative. L’Albania che passa il turno rappresenterebbe una sorpresa maggiore o minore del Belgio tra le prime quattro? Nel dubbio dico, e spero, Croazia, ammaliato come sempre dalla particolarità e dal fascino di quella maglia a scacchi biancorossi. Quando hai dalla tua due dei più forti centrocampisti del mondo, un bomber esperto e puntuale, uniti ad una schiera di ottimi interpreti, è lecito provarci, con la speranza di migliorare il terzo posto mondiale (sempre in Francia, guarda caso) della generazione dei Suker, Boban e Bilic. In seconda battuta occhio alla solidità della Svizzera…

Giovanni Parente

Scarto il Belgio e la Croazia perché le considero troppo mainstream e punto tutto sull’Austria: rispetto al 2008, quando si qualificò come paese ospitante, la nazionale di Marcel Koller si è conquistata l’Europeo dominando il proprio girone con 9 vittorie e un pareggio, ovvero il secondo maggior numero di punti dopo l’Inghilterra. Gli uomini chiave sono Alaba a centrocampo, un rinato Arnautovic sulla trequarti che è capace di accelerare come non mai e il potente centravanti Marc Janko, decisivo nelle qualificazioni. In difesa sono altrettanto coperti: sulla fascia sinistra Fuchs, campione d’Inghilterra col Leicester, e la giovane coppia Dragovic-Hinterreger. Insomma, questo dovrebbe essere il momento che a Vienna aspettano da anni.

Federico Castiglioni

Pesco dalla categoria “outsider, ma anche no”: la Polonia. Individualità importanti, buona organizzazione di gioco, un girone di qualificazione da leoni nonostante l’ingombrante presenza tedesca. Potranno dire la loro come non accadeva da decenni. In seconda battuta la Croazia. Non cito il Belgio perché arriva all’Europeo non da sorpresa ma da squadra di affermato valore. Un’eliminazione prematura sarebbe un flop.

Gio Piccolino Boniforti

Io invece scommetto sull’Italia. È probabilmente la peggior Italia degli ultimi 40 anni a livello tecnico, e Thiago Motta il peggior 10 di sempre. Però abbiamo il miglior portiere di sempre, un tecnico determinato e una difesa collaudatissima che ha dimostrato di reggere i grandi palcoscenici. Inoltre, non abbiamo nulla da perdere e ci sono diversi esempi storici di come un clima di scetticismo e negatività diffusa abbia sortito un effetto positivo nei giocatori (leggi Mondiali ’82 e 2006).

Dreamin’ is free

Il giocatore Under 25 da seguire assolutamente e perché?

Leonardo Capanni

Durissima spendere un solo nome in una categoria così ampia e interessante. Ad ogni modo, impazzisco per quel tipo di giocatore che eleva il livello del contesto in cui si muove. Aspetto al varco un ventenne (’95) che quest’anno ha dimostrato di creare, gestire e soprattutto controllare il gioco come nessuno in Europa: Julian Weigl da Dortmund. Lo so, partirà riserva e giocherà pochissimo, ma resta un centrocampista fuori categoria. Tra i titolari invece segnalo Milik, che potrà beneficiare dell’ingombrante presenza di Lewandowski. E se non bastasse: ha un mancino velenoso, puo’ segnare in diversi modi e di nome fa Arkadiusz. Ar-ka-diu-sz. Era dei tempi di Breznev che non sentivo tanta potenza in un solo nome.

Federico Castiglioni

Ragiono in ottica torneo piuttosto che in prospettiva “esplosione futura”: la banda francese di Pogba, Griezmann, Martial e soci. Il loro rendimento deciderà le fortune europee dei padroni di casa.

Giovanni Parente

Anthony Martial è uno dei pochi giocatori ad essersi salvato nella disastrosa stagione del Manchester United e potrebbe giocare sia come centravanti, al posto di Giroud, che come ala, come vice Payet. In una Francia orfana di Benzema, il giovane Martial potrebbe fare le fortune di Deschamps.

Mi permetto di segnalare anche un fuori quota molto interessante: sto parlando del classe ’89 Yarmolenko che gioca nella Dynamo Kiev. È un’ala mancina molto rapida e dotata tecnicamente che dipinge letteralmente calcio col suo piede fatato, è da diverse stagioni l’uomo simbolo della squadra capitolina e in generale del campionato ucraino. Questo Europeo potrebbe essere la sua occasione per arrivare in uno dei campionati più importanti: non sarà facile imporsi in questa competizione visto il livello dell’Ucraina che, tolti Yarmolenko e Konoplyanka, è parecchio mediocre.

Gio Piccolino Boniforti

Scelgo un Under 20: Renato Sanches, un nuovo Davids. Per strapparlo al Benfica il Bayern ha speso oltre 36 milioni di euro dichiarando, con lui ed Hummels, un mercato già chiuso a giugno. Il carattere – che possa impedirgli di collassare in stile Theo Walcott sotto una pressione da predestinato ultra-pagato – c’è. Così come la tenacia e la tecnica, già ora invidiabili. Il non ricambio generazionale portoghese rischia di buttarlo da subito nella mischia, ma affiancare il sapiente João Moutinho gli toglie compiti di regia permettendo di esaltare il suo gioco in fase di non possesso e in fase offensiva (magistrali i suoi inserimenti).

Gianluca Lorenzoni

Indico un classe ’92 e un ’94 chiamati al definitivo salto di qualità. Il primo è Álvaro Morata, la punta di diamante sul quale Del Bosque ha deciso di puntare con fermezza, lasciando a casa ogni possibile concorrente dello juventino, da Diego Costa a Torres. L’uomo di Coppa dopo una stagione di alti e bassi sarà il terminale della mole di gioco che si svilupperà alle sue spalle e le sorti degli iberici dipenderanno molto dalla vena realizzativa del castillano. L’altro nome è quello di Calhanoglu, la freccia imprevedibile nella faretra di Terim. I suoi calci piazzati potrebbero rappresentare una bella discriminante in un girone che si preannuncia equilibrato. Per entrambi una bella prova di maturità.

Milik nei Lancieri

Il ruolo, spesso sottovalutato, del commissario tecnico: chi sorprenderà?

Gio Piccolino Boniforti

Secondo me, Antonio Conte. In un Europeo senza particolari fenomeni in panchina, il suo pragmatismo e la lucidità tattica penso che faranno la differenza. Non ha la squadra più forte, ma ha un gruppo unito e plasmato (forse troppo) a sua immagine e somiglianza. Se esce indenne dal girone, sul match secco è in grado di vincere con chiunque. Però, buona parte del percorso dipenderà dalla difficilissima partita inaugurale contro i Diavoli Rossi.

Giovanni Parente

Mi aspetto un ritorno in grande dell’Imperatore Fatih Terim che allenerà una Turchia giovane, intraprendente e tecnica. Ai gironi i turchi se la vedranno con Spagna, Croazia e Repubblica Ceca perciò la leadership di un allenatore esperto e capace come Terim sarà decisiva per l’intera competizione.

Leonardo Capanni

Sinceramente, spero Gianni De Biasi. Perché quello che ha fatto con l’Albania va oltre la storica qualificazione al torneo: ha portato professionalità e metodo in un contesto in crescita ma a corrente fin troppo alternata. Ha accelerato e consolidato un processo risultando la figura chiave dell’intero movimento, mantenendo però un’umiltà di fondo quasi innaturale per certi palcoscenici. Last but not least: il livello medio di talento è scarso ma De Biasi ha un entusiasmo naif e qualche buon giocatore: Hysaj, Xhaka e Memushaj.

Federico Castiglioni

Non avrei mai pensato di dirlo, ma se l’Italia farà bene sarà merito esclusivamente di Conte e della sua capacità di trasmettere grinta al gruppo. Ma i problemi sono evidenti: può bastare la grinta a compensare il basso tasso tecnico degli azzurri? Secondo me no. Sempre ammesso che Conte non stia pensando a Cuadrado…

Gianluca Lorenzoni

Avrei detto De Biasi, ma ne ha già esaurientemente parlato Leonardo. Vado allora su Del Bosque. Dopo l’opulento quadriennio 2008-2012 e la debacle brasiliana, la Spagna dovrà far capire che cosa è diventata. La gestione del gruppo, fin dai tempi galattici di Madrid, è il vero marchio di fabbrica del Ct dal baffo proverbiale. Le scelte sono state al limite del sanguinoso, con vittime eccellenti (Costa, Isco, Torres, Cazorla…) ma il talento di base è sterminato e se la tenuta mentale tornasse quella di un tempo, se le faide blanco-blaugrana fossero al contempo ricondotte sotto il livello di guardia, gli iberici non potranno che rientrare di diritto nel novero delle favorite.

Outsider?

Il ballo delle debuttanti: chi ha più chance di restare in pista tra le 5 esordienti?

Federico Castiglioni

Qui bisogna valutare non solo il valore della rosa e lo stato di forma delle squadre, ma anche i possibili incroci. L’Irlanda del Nord, inserita nel tremendo gruppo C con Germania, Polonia e Ucraina, sembra avere poche chance di passare il turno. Ben diversa la situazione per Islanda, Galles e Slovacchia. I gruppi F e B (che unisce Galles e Slovacchia) sono gironi relativamente morbidi dove potrebbe succedere di tutto, compresi i crolli delle teste di serie Portogallo e Inghilterra. Una di queste tre esordienti potrebbe ritrovarsi ai quarti con un po’ di fortuna. Albania: gli ottavi sono un’impresa, ma non impossibile.

Leonardo Capanni

Come sottolineato da Federico, in questo caso pesano in maniera decisiva la composizione dei gironi e i successivi accoppiamenti potenziali. Mi sbilancio e vado controcorrente: dico Islanda. Ha un girone con un Portogallo in fase di stanca, una buona Austria e un’Ungheria insufficiente. Per una squadra che ha estromesso l’Olanda e che non ha veramente nulla da perdere sembra il best case scenario, come direbbero quelli particolarmente bravi nelle serie-tv yankee. E, se riuscisse a qualificarsi come seconda (durissima), attenzione agli accoppiamenti successivi…

Giovanni Parente

Dico Galles, sopratutto perché hanno in squadra Gareth Bale che per loro è tutto. Però la nazionale protetta da San David può contare anche su Ramsey, che gestirà la situazione in mezzo al campo, e su una squadra di onesti mesterianti che creeranno gruppo attorno ai due leader indiscussi. E poi volete mettere il fascino di vederli trionfare sui vicini inglesi?

Gianluca Lorenzoni

Nessuno ha nominato la Slovacchia. Bene, me ne assumo l’onere. Tra le esordienti a mio avviso è senza dubbio la più attrezzata, il girone non è proibitivo (Galles, Russia, Inghilterra) e nemmeno gli eventuali ottavi. Dopo gli antichi fasti dei cugini ceki potrebbe essere il turno dell’altro lato della Boemia. La squadra ha mantenuto l’ossatura dell’ottimo esordio sudafricano, Hamsik viene da una stagione impegnativa ma di alto livello e potrebbe finalmente ritagliarsi un ruolo importante anche in campo internazionale, mentre Weiss potrebbe finalmente rivelare al mondo cosa vuol fare da grande. Delle altre, l’Ungheria e l’Irlanda del Nord, oggettivamente le vedo spacciate.

Gio Piccolino Boniforti

Sicuramente l’Albania. Dei 23 convocati, solo i due portieri di riserva giocano in patria. Berisha, ma anche la difesa guidata da Cana (ex Lazio) e dal napoletano Hysaj rappresentano una discreta garanzia. La mediana con Lenjani, Basha e Xhaka non è male, e il bomber Cikalleschi ha promesso faville. L’incognita, a differenza di quanto detto da Leonardo, è Gianni De Biasi in panchina: riuscirà a guidare i suoi con lo stesso carisma che ha dimostrato nella fase a gironi? Se sì, guardando al tabellone, rischiamo un secondo caso-Leicester, ovviamente europeo.

Taulant Xhaka, l’uomo ovunque di De Biasi

La vera delusione del torneo?

Giovanni Parente

Il Portogallo deluderà come sua abitudine: Cristiano Ronaldo non è al top, la difesa traballa molto, il centrocampo è un’incognita e lì davanti l’uomo che deve deciderla è CR7. Certo, il mio pronostico si potrà rivelare totalmente sbagliato nel caso in cui uno degli interessanti talenti convocati da Fernando Santos esploda e diventi inarrestabile.

Federico Castiglioni

Domanda di quelle che uno si sbilancia e poi lo vengono a cercare sotto casa tra un mese. Io dico l’Inghilterra, nonostante l’en plein nelle qualificazioni (10 su 10) e le appena due sconfitte (nelle amichevoli contro Spagna e Olanda) nelle venti gare dal mondiale in poi. Insomma, il CT è Hodgson…

Gio Piccolino Boniforti

Secondo me, la Spagna. Xavi non è stato adeguatamente sostituito (e Iniesta stesso ne risente parzialmente) e, anche se sulla carta è zeppa di talenti e giocatori fortissimi, non sono sicuro che abbia ben digerito il passaggio che sta avvenendo tra una generazione di fenomeni ed una di buonissimi giocatori. Perché, ahimè, la boriosità è quella di sempre. Rischiano d’implodere alla prima difficoltà, come di vincere a mani basse il torneo. Il gruppo poco unito e le frizioni annuali tra giocatori di Real e Barça, mi fa propendere per la prima ipotesi.

Leonardo Capanni

D’istinto andrei su un refrain rassicurante dicendo Inghilterra. Come da 25 anni. Però l’Inghilterra ha veramente un’ottima squadra (a proposito, occhio a Dele Alli). Quindi dico Spagna. Ancora una volta. Sono i campioni in carica, dominano incontrastati in tutte le competizioni europee, vantano un tasso tecnico elevatissimo, ma vivono una fase di transizione dall’infornata canterana del Barça a un ibrido che il mammasantissima Del Bosque non ha ancora plasmato a dovere. E infine si circondano di un’altezzosità tracimante. È più un auspicio che un’analisi, ma tant’è.

Gianluca Lorenzoni

Qui nessun dubbio, o quasi: il Belgio. Le aspettative sono alte, il talento non manca ma l’assenza di un leader come Kompany potrebbe farsi sentire e a mio avviso i Diavoli Rossi non andranno vicini alla gloria neanche stavolta. Lasciata da parte l’etichetta di outsider la squadra di Wilmots si presenta in Francia con le carte in regola per scrivere l’ennesima favola calcistica. Finiranno l’inchiostro prima del lieto fine…

Parliamo dell’Italia. Oltre polemiche e assenze, che Italia ci dovremo aspettare?

Gianluca Lorenzoni

Se non ci fosse stato un capitolo a parte avrei probabilmente inserito l’Italia tra le “sorprese”. Dopo l’attimo di umano sbigottimento per le convocazioni ho iniziato a maturare una certa fiducia. Possibilità di vittoria scarse per non dire nulle, ma un cammino più che dignitoso è alla nostra portata. E viste le premesse mi pare già qualcosa. Un’Italia pronta ad una guerra di trincea, anche se non credo in un approccio puramente contropiedista da parte di Conte. Purtroppo, aggiungerei. El Shaarawy viene da una grande seconda parte di stagione, e mi sento di indicarlo come uomo chiave per il futuro (del torneo e non solo) azzurro. Se poi davanti qualcuno iniziasse a buttarla dentro…

Leonardo Capanni

Finalmente chiuso lo stucchevole capitolo convocazioni vedremo come Conte ha visualizzato nella sua mente questo torneo. Uso un termine bettistico per l’Europeo azzurro: Under. Il granitico blocco Juve dietro, tanti esterni polivalenti pronti al sacrificio, pochi centrocampisti lineari; nessuno slancio d’inventiva, nessun jolly da pescare nel mazzo (Gabbiadini, dove sei?). Il concetto-base sarà “attenzione e aggressione”. Pochi gol fatti e ancor meno subiti; Conte sa che in un torneo breve organizzazione, compattezza e motivazioni possono donare energie fisiche e mentali sorprendenti. Per me, arriveremo senza problemi ai quarti di finale. Abusando di caffè durante le dirette tv.

Giovanni Parente

Probabilmente la spedizione azzurra che andrà in Francia è una delle peggiori di sempre: poca qualità in mezzo al campo, nessun giocatore di riferimento dal centrocampo in su, assenza totale di centravanti che finalizzino. L’unico reparto dove si può dormire sonni tranquilli è la difesa con la premiata ditta BBC e con la bandiera Buffon in porta. Per fare punti nella fase a gironi e approdare agli ottavi saranno necessari il lavoro di squadra, il sacrificio di tutti i giocatori e un approccio attendista alla partita.

Gio Piccolino Boniforti

A mio parere, perfetta dietro, con poca costruzione a centrocampo e molte ripartenze. Da quest’impostazione la scelta di portare Zaza e Immobile, che sono perfetti per quel tipo di gioco. Gli esterni faranno spesso i difensori aggiunti pronti a ribaltare l’azione, e potremo andare avanti solo se – come nel 2006 – subiremo pochissimi gol. Perché il coniglio dal cilindro, in questa squadra, non c’è nessuno che possa tirarlo fuori.

Federico Castiglioni

Brutta come poche. Il punto di forza di questa squadra è la difesa, come vuole la tradizione italiana. Il problema è che il pur collaudatissimo e vincente pacchetto juventino dietro è lo stesso che sfigura da anni in azzurro. Tuttavia, dalla sua tenuta dipenderà completamente l’andamento della squadra: davanti, abbiamo ampiamente dimostrato di esser abulici come non mai.

Il giocatore che potrà risultare decisivo e quello che potrà esserlo in negativo?

Giovanni Parente

In positivo dico Thomas Müller perché è l’uomo in più della Germania, che considero la squadra da battere, mentre in negativo Cristiano Ronaldo, che non è al massimo ed è l’unico capace di portare avanti la baracca nel Portogallo.

Gianluca Lorenzoni

Mi gioco la carta Payet. Rischiosa, visto che l’ex Marsiglia non è sicuro del posto da titolare, con Martial e Coman ad insidiarlo, ma la stagione del fantasista del West Ham è stata di altissimo livello e anche a gara in corso potrebbe risultare decisivo. Praticamente infallibile sui calci piazzati. Aggiungo Mario Gomez, tornato dopo il letargo fiorentino. Il flop? De Bruyne, e Ibra.

Federico Castiglioni

Cristiano Ronaldo. Le sue prestazioni saranno l’unica variabile che stabilirà se il Portogallo è candidato alla vittoria o all’ennesimo tracollo.

Gio Piccolino Boniforti

In negativo spendo un nome pesante: Hazard. Quest’ultima stagione ci ha consegnato un giocatore tanto talentuoso quanto borioso e inconcludente. Decisivo? Vado col tandem francese Payet-Matuidi: alla maestria nelle punizioni e all’estro tecnico del primo, sicuramente non mancherà il fondamentale apporto del tuttofare d’origini africane. Insieme a Pogba e Kanté, possono soltanto crescere. E il sistema di gioco francese non potrà che agevolare la loro ascesa durante il torneo.

Leonardo Capanni

Decisivo in positivo: il piccolo Principe, Antoine Griezmann. Anche soltanto per esorcizzare quel maledetto rigore sparato sulla traversa a San Siro. Ma c’è di più: in una Francia orfana di Benzema sarà il talento con più responsabilità sulle spalle. Le qualità – e la forma fisica – sono assolute. Sulla delusione rispetto alle attese, mi accodo a Giovanni e dico Cristiano Ronaldo. Anche se il mio sogno infantile rimane Zlatan Ibrahimovic MVP che afferra la coppa, prende coscienza dei suoi super-poteri ed esce volando dallo Stade de France saltando la cerimonia. Chiedo troppo?

Chiusura banale ma obbligatoria: chi alzerà la coppa?

Leonardo Capanni

Sono in grave difficoltà nell’immaginare questa Germania soccombere. È quadratissima e straripante in ogni reparto: più che una nazionale ricorda una sorta di prototipo creato a tavolino in un laboratorio robotico di Düsseldorf. È la favorita d’obbligo. Comunque, lascio un piccolo spazio per la Francia che, nonostante l’assenza pesantissima di Benzema, gioca in casa e ha una squadra interessante e adatta alla visione di calcio di Deschamps. Sperando, però, nel miracolo di Wilmots…

Giovanni Parente

Credo che la Germania non abbia altri rivali: è una squadra completa in ogni reparto, esprime un calcio moderno e possiede giocatori molto tecnici. La Francia viene considerata la favorita per il fattore casa ma sono sicuro che si scioglierà al sole, la Spagna non è quella di un tempo e le altre sono parecchio indietro: l’Inghilterra è un’insalata di giovani talenti che si devono affermare e qualche vecchio volpone, l’Italia non la considero nemmeno. Occhio al Belgio, che meriterebbe almeno la semifinale per la qualità del suo organico e il gioco proposto da Wilmots.

Federico Castiglioni

La Germania è assolutamente la favorita.

Gio Piccolino Boniforti

Anche secondo me la Germania. Ai tanti fenomeni si aggiungono pure giocatori che spesso si trasformano in Nazionale (vedi Podolski e Mertesacker), ed è completa in ogni reparto; ben allenata e sufficientemente ambiziosa, vanta anche il miglior estremo difensore al mondo. Se Mario Gomez riesce a tornare su livelli accettabili, è la candidata numero uno al titolo finale. Per distacco.

Gianluca Lorenzoni

Vado all-in e dico Spagna, non fosse altro che per tenere l’“Io l’avevo detto” di ordinanza in canna, e perché ha una seconda maglia bellissima. Anche se la Francia, tradizionalmente, in casa non sbaglia.

La sobrissima seconda maglia della Spagna