Euro 2016: meglio e peggio del terzo turno - Zona Cesarini

Euro 2016: meglio e peggio del terzo turno

Si è appena conclusa la prima fase di Euro 2016: otto squadre già eliminate e le restanti sedici a comporre un tabellone degli ottavi di finale decisamente sbilanciato. Almeno sulla carta. Meglio e peggio dell’ultimo turno, prima di iniziare una fase finale che, per diversi motivi, si configura come inedita.

Svizzera – Francia 0-0

Come anticipato nell’articolo con spoiler del secondo turno, si respirava aria da partita di “completamento”. Deschamps ha provato qualche soluzione nuova e ha avuto buone risposte a centrocampo – un Moussa Sissoko in versione Carl Lewis palla al piede – ma pure qualche indizio di un’opacità collettiva. I Galletti sono un cantiere aperto, più che la nazionale favorita. Hanno molte soluzioni da giocarsi nella fase finale, ma questo girone ha messo a nudo i limiti di una squadra troppo legata all’estemporaneità dei singoli.

La Svizzera è la solita Svizzera: discreta organizzazione, personalità nel cercare un pressing con baricentro mediamente alto e vari problemi in fase offensiva. Sommer, però, è il miglior portiere dell’Europeo per rendimento. Con la Polonia si preannuncia guerra tattica. E partita da Under. Stranamente.

Romania – Albania 0-1

Peccato. Peccato davvero per De Biasi. La sua squadra, ringraziando un confusionario Tatarusanu, era riuscita nell’impresa storica: primo gol e prima vittoria. Alla fine non è bastato per rientrare fra le quattro migliori terze. Ma ormai poco importa, per l’Albania De Biasi è sublimato in una sorta di monumento vivente al calcio e i giocatori divinità pagane da celebrare. Hanno fatto un figurone. Quando il lavoro paga (e ripaga).

Romania che era partita col piede giusto ma che progressivamente ha mostrato tutti i limiti di una squadra con poche idee, pochissimo talento di base ed eccessivamente preoccupata dal risultato. Non si salva nessuno in questa squadra.

Russia – Galles 0-3

Che Russia! Fa impressione osservare i gol subiti dai russi. Non sembra neanche calcio professionistico, figuriamoci una partita decisiva dell’Europeo. Il Galles conferma le sue qualità atletiche e il suo ottimo stato psico-fisico, ma dei movimenti difensivi come quelli russi non si vedevano da circa 30 anni sul campo di una grande manifestazione.

Il mondiale casalingo del 2018, con queste premesse, potrà trasformarsi in un vero calvario. Un remake delle dodici proiezioni in fila de La Corazzata Potëmkin. Galles meritatamente primo, compatto e organizzato; Bale sempre più leader nonché giocatore più determinante dell’Europeo finora.

Slovacchia – Inghilterra 0-0

Come anticipato nello scorso post, una maginot slovacca. Senza farsi troppi problemi hanno capito che la posta in palio era troppo alta e hanno rinunciato ad ogni velleità di successo dopo 1/3 di partita. Tirando su una fortificazione ordinata e coordinata ai limiti dell’area.

L’Inghilterra, come suo solito, ci è andata a sbattere senza riuscire a costruire azioni con la testa (cfr. con la tattica), ma cercando spesso il grimaldello della soluzione personale. Non è certo una novità, i Tre Leoni contano su ottime individualità soprattutto sugli esterni ma la struttura tattica è davvero scarsa (Roy, where are you?) e la sensazione di caos ed improvvisazione è netta.

Ucraina – Polonia 0-1

La Polonia incappa nella peggior prestazione del trittico contro un’Ucraina che sembrava spacciata. A testimonianza di come questo torneo sia – oltre che l’apogeo della fase difensiva – più equilibrato di quel che si potesse pensare. Il gol di Kuba è bellissimo per preparazione (ottimo assist di Milik) ed esecuzione; sciagurato Yarmolenko che si mangia il gol nel momento decisivo con la porta spalancata.

Lewandowski non ha ancora dato fuoco alle polveri, ma sta scalpitando, è sempre nel vivo del gioco e mette in soggezione ogni difesa. Lo aspetto agli ottavi. Su Krychowiak ho già speso troppe parole: leader assoluto.

Irlanda del Nord – Germania 0-1

Sconfitta preventivata ed indolore per i nordirlandesi. Ce l’hanno fatta e si andranno a giocare un ottavo con la consapevolezza che la pressione ricadrà tutta sui “cugini” gallesi: sciorineranno il solito spartito collettivo fatto di attenzione, linee strette e coesione fra reparti. Chissà. E inoltre hanno coniato il coro-cult dell’Europeo sulle note di un tormentone dance italiano degli anni ’90: Will Grigg’s on fire, your defense is terrified!, altro che David Guetta.

La Germania è ancora – sorprendentemente – in fase di rodaggio: hanno fallito almeno cinque occasioni nitide e sono passati come primi pescando il lato infernale del tabellone. Continuano ad avere problemi in fase di costruzione negli ultimi 25 metri: o Löw trova una soluzione efficace che porti Özil e Götze al centro della manovra, oppure rischiano partite in fotocopia dove riusciranno, a fatica, a forzare la difesa posizionale degli avversari. P.s. Mario Gomez commovente, ricordava uno di quei bambini impacciati a cui tutti passano la palla per permettergli la gioia di un gol.

Repubblica Ceca – Turchia 0-2

Partita terribile. Salvo soltanto le esultanze forsennate dei turchi e le intense espressioni da spia del KGB dell’Imperatore Fatih Terim. Per il resto, il match contenutisticamente più scarso del torneo. Difese disordinate, reparti slegati, tasso tecnico bassissimo, disimpegni da oratorio di provincia, costruzione della manovra inesistente. La Repubblica Ceca rimane la squadra più antiestetica dell’intero roster. La Turchia ritorna a Istanbul con la sensazione di aver fallito tutto quello che poteva fallire, date le premesse. Meritatamente a casa entrambe.

Croazia – Spagna 2-1

Ecco una grande partita. Avevo la sensazione che la Croazia, dopo il crollo nervoso del finale-shock contro la Cechìa, volesse ancora dire la sua. Eccome. La Spagna, come suo solito, ha dominato lo spazio, il palleggio e la costruzione ma si è specchiata troppo, sedendosi su un prematuro vantaggio che faceva presagire una vittoria senza troppi patemi.

La Croazia, senza cinque titolari tra cui Modric, ha messo in mostra ottimi talenti (Pjaca su tutti), un Kalinic dal killer-instinct ritrovato e un Perisic formato quattrocentista fondamentale nel gioco di ripartenza. De Gea ha grosse responsabilità sul gol decisivo, ma Sergio Ramos dimostra come il protagonismo la faccia da padrone dalle parti di Madrid. Sarà Italia-Spagna, ma non sarà la mattanza che in molti si aspettano. La Croazia, invece, si apre la strada a colpi di machete e può agilmente raggiungere la semifinale. Come avevamo pronosticato prima dell’Europeo

Ungheria – Portogallo 3-3

Mi ha ricordato più una partita di Copa América che di Europeo. Gol a pioggia, rovesciamenti di fronte continui, tempo effettivo altissimo, tiri da ogni posizione, giocate raffinate ed errori elementari in serie. Finalmente il Portogallo – e Cristiano Ronaldo – hanno tirato fuori un po’ d’orgoglio, raggiungendo gli ottavi con una prestazione disordinata dove l’adrenalina ha doppiato la lucidità. CR7 ha iniziato il suo Europeo, dopo due partite e mezzo da desaparecido. Il primo gol di tacco à-la Hernan Crespo è un gioiello per rapidità, pensiero e pulizia d’esecuzione.

Bud Spencer-Kiraly sempre più protagonista tra strambe finte, urla insistite anche senza un reale motivo e perdite di tempo da torneo AICS. Un mito. P.s. Confermo la prima impressione: Dszudszák ha talento su quel sinistro.

Islanda – Austria 2-1

Tifavo per loro fin dall’inizio, e alla fine mi hanno ripagato strappando un clamoroso secondo posto con 5 punti: l’Islanda ha confermato che non ci si qualifica per caso, anche se il curriculum recita 310.000 abitanti e un clima impossibile. Duri, compatti, umili, pronti a corse forsennate anche al 94°, quando potevano tenere l’1-1 e invece sono andati in tre a chiudere l’azione del 2-1 in campo aperto. Adesso pescano Hodgson e la sua band di solisti: si difenderanno, gli creeranno problemi negli ultimi 30 metri e cercheranno le ripartenze sul lato debole. Per me, l’esito di questo bislacco ottavo non sarà così scontato.

L’Austria è la vera comparsa non accreditata dell’Europeo, una squadra quasi commovente nella sua disorganizzazione. P.s. Alzare al massimo il volume ed entrare nel mistico mondo della telecronaca norrena. Qualora passassero ai quarti, mi aspetto un vinile dei 90 minuti della partita mixato su una base elettronica dei Sigur Rós.

Svezia – Belgio 0-1

Nonostante un buon approccio, la Svezia fa le valigie e Ibra potrà tornare a divertirsi davvero creando finte conferenze stampa con mezza Europa in attesa di una sillaba sulla sua prossima squadra. Squadra ordinata ma inconsistente quella gialloblu. Un pezzo Ikea con le misure sballate, che non riesce ad entrare nel suo spazio. D’altronde, i tifosi irlandesi lo avevano previsto: “Go home, to your sexy wives!”

Il Belgio, a fatica, ce la fa. E questo un po’ rode perché non hanno ancora evidenziato nessuna caratteristica forte, se non l’inadeguatezza tattica di Wilmots e una percentuale media di talento offensivo elevata. Ma adesso sono nella valle dell’Eden della parte superiore del tabellone e possono acquisire fiducia, scioltezza ed arrivare fino alla semifinale. Polonia permettendo.

Italia – Irlanda 0-1

Di questa partita mi rimane impressa la furia nell’esultanza degli irlandesi. E il siparietto di Conte che va a stringere la mano, scuro in volto, ad O’Neill, prima che la partita fosse conclusa e con quest’ultimo che da almeno un minuto salta, strilla ed esulta girandosi verso la tribuna. L’Irlanda si è meritata questo traguardo mai raggiunto prima e con l’entusiasmo del passaggio del turno e una Green Army incontenibile, vera protagonista dell’Europeo, niente è impossibile.

 

Conte, nonostante le dichiarazioni di facciata post-partita, era incazzato arrabbiato come se avesse perso una partita decisiva. E tanto basta per darmi certezze sull’ottavo-thrilling contro la Roja: peggior avversario probabilmente non poteva esserci, ma l’approccio alla gara sarà massimale. Poi, se il tempo gira dalla nostra parte, avremo modo di fargli male con il pressing organizzato che abbiamo visto col Belgio e con le transizioni positive sulla spinta dei loro terzini (soprattutto dal lato di Jordi Alba). Ci sarà da soffrire. Ma questo, ormai l’abbiamo capito, è il topos dell’intero Europeo.