Appunti sparsi sulla settimana di pallone Ep. 15 - Zona Cesarini

Appunti sparsi sulla settimana di pallone Ep. 15

Prologo. Al telefono con l’ospite odierno:

“Appunti Sparsi è una rubrica che…”

“La conosco! L’ho letta…”

Io:

1. Talkin’ @DaRonz82

Appunti Sparsi: In principio era il Foggia. Due cosucce sulla promozione dei Satanelli che solo un foggiano come te può sapere?

Dario Ronzulli: Difficile raccontare qualcosa di inedito visto che i giocatori hanno messo tutto su Instagram! Si trova, sostanzialmente, il live di ogni momento legato alla promozione, ma è giusto che sia così. Tutti hanno compreso – e non era scontato – il valore del ritorno in B per una piazza che da 19 anni aspettava di separarsi da una categoria che non sentiva propria. Per quanto mi riguarda posso dire che è stata una gioia enorme, avvolgente, penetrante, cresciuta partita dopo partita, soprattutto dopo la vittoria nel derby contro il Lecce.

App. Sp.: In uno degli ultimi #TWMRadioNightShow avete (tu + Niccolò Ceccarini + Pietro Lazzerini) disquisito sulla finale di Europa League in corso di svolgimento: che partita hai visto?

DaRonz: La partita che voleva Mourinho. L’Ajax ha fatto una splendida cavalcata fino alla finale, ma ha anche mostrato delle lacune sulla tenuta mentale e sulla concentrazione (cosa peraltro normalissima vista la giovane età media e la scarsissima esperienza internazionale). Su questi difetti Mou ha costruito la vittoria e la deviazione sul gol di Pogba ha spianato ulteriormente la strada. Se c’è una cosa che questo (brutto) United sa fare, è difendere in modo compatto togliendo linee di passaggio e spaziature all’avversario [cfr. punto 6]: l’Ajax si è ripetutamente infranto contro un muro. Finale noiosa, come da definizione di Bosz, ma lo United avrebbe messo la firma per questo tipo di gara e tale l’ha resa.

App. Sp.: Stai guardando il Mondiale U20? Ti piace la selezione di Coach Evani? Cose che ti sono piaciute e altre che non ti sono piaciute?

DaRonz: Pur con tante assenze tra i convocabili, è una Nazionale con qualità e una discreta esperienza di calcio vero. Orsolini sta dimostrando di essere già pronto per il salto di categoria, Favilli è un centravanti che deve ancora migliorare tatticamente ma è grosso e usa bene il corpo, Romagna ha sufficiente carisma. Con la Francia sarà durissima [si giocherà giovedì 1° Giugno, ore 13:00 italiane, a Cheonan, Sud Corea] perché i transalpini arrivano da una fase a gironi devastante – pur con avversarie non eccelse – e hanno giocatori che ci misero in enorme difficoltà nella finale dell’Europeo U19 un anno fa. Sono tuttavia fiducioso in Mandragora e compagnia: giocheranno con carattere.

App. Sp.: Il City ha appena soffiato Bernardo Silva allo United per circa 50 milioni. Previsione di una top 3 degli acquisti più cari dell’estate?

DaRonz: Premesso che non sono un esperto di mercato e delle sue dinamiche, l’intuito e le voci mi spingono a dire Griezmann, Mbappé e Morata.

App. Sp.: Sul tuo sito (darioronzulli.it) recensisci film che trattano di sport. Quale sceglieresti se i tuoi compagni di serata fossero Klopp, Depay e Xabi Alonso?

DaRonz: Klopp è un tattico sopraffino che punta a sorprendere l’avversario: Memento. Con Depay un film sul pugilato (sua grande passione), magari Cinderella Man. Con Xabi Alonso, intellettuale di centrocampo, andrei su un film francese anni ’60 della Nouvelle Vague.

App. Sp.: Come finisce Juve-Real? E se fosse brutta come la finale di Europa League?

DaRonz: Non credo possa avere lo stesso copione della finale di Solna. La Juve, come e più dello United, ha un’eccellente fase difensiva. A differenza degli inglesi, però, non rinuncia ad attaccare anche se in vantaggio. Questa forma mentis fa sì che, se i bianconeri dovessero andare in vantaggio, non assisteremo ad una mourinhana chiusura a riccio. Altri due appunti sparsi: Allegri sceglierà la stessa formazione della partita di ritorno contro il Monaco, che gli permette di avere grande duttilità e varianti continue; la Juve opterà di pressare alto fin da subito il Real per evidenziarne i limiti difensivi, dettando il ritmo della partita. Anche perché se aspetti il Real, sei finito.

2. Serie A Awards (by Dario Ronzulli)

MVP. Dries Mertens.

MVP romantico. Patrik Schick.

Allenatore dell’anno. Gian Piero Gasperini.

Gol dell’anno. A pari merito: Muriel vs RomaInsigne vs Fiorentina.

Coccarda Schone, al giocatore più stiloso del campionato. Papu Gomez.

Busto Lukaku, al giocatore più grosso. Mario Mandzukic.

Insegna Marvin Williams, a quello che ritieni forte ma non è sto granché. Valter Birsa.

Premio Florin Andone, a colui che, wow, davvero è andato in doppia cifra!? Adem Ljajic.

Coppa Timo Werner, al calciatore più forte che fino a ieri manco si sapeva facesse il calciatore. Jakub Jankto.

Medaglia Morata, colui che l’anno prossimo vorresti a tutti i costi vedere in A. Ousmane Dembelé.

Targa Spanoulis, al giocatore di cui proprio non riusciamo a fare a meno. Paulo Dybala.

Riconoscimento Le’Bryan Nash, a quello col nome più matto. Simeon Tochukwu Nwankwo (aka Simy).

Premio Zielinski, a quel povero diavolo che questa estate vorremmo proprio veder giocare, ma qualcuno o qualcosa ce lo impedisce (non può vincere: Piotr Zielinski). Sergej Milinkovic-Savic.

La squadra di calcetto della Serie A 2016-2017. Consigli, Bonucci, Alex Sandro, Thereau, Mertens.

Alcune considerazioni/commenti sulle scelte di Dario, perché Appunti Sparsi è una rubrica pignola, puntigliosa e fracassacoglioni.

Tutto condivisibile, no? Dybala ci mancherebbe un casino, il Papu gioca come vive e Mertens è troppo forte. Ljajic ha vinto la sfida della doppia cifra con Inglese, Babacar e Duvan Zapata: ci sta. Quando ho letto Simeon Tochukwu Nwankwo ho pensato a quello ex Inter (sto cercando tuttora la sua maglia al Portsmouth) e a quello ex Parma (il cui nome dubito sia mai stato appiccicato ad una maglia, ma sarei felice di sbagliare). E invece c’è un terzo Nwankwo pronto a far breccia nei nostri cuori: Simy Il Dinosauro, come scrive un vecchio amico di questa rubrica. Rimane solo da decidere tra il gol di Insigne e quello di Muriel. Ed è più difficile del previsto perché di perle alla Roma Muriel ne ha fatta una all’andata e una al ritorno. Vince, però Lorenzo, ci siamo stancati di comprare Muriel al Fantacalcio e poi pentircene.

Goal of the year.

3. #TottiDay

Domenica 28 Maggio 2017. Sono passati più di 24 anni dal 28 Marzo 1993, quando Totti esordì sedicenne sotto coach Boskov. Di seguito alcune cose che ne celebrano la magnificenza: inter sidereos, Roma, recepta polos.

-Fino in Indonesia. Su Totti non tramonta mai il sole.

-Un buon riassunto della giornata (e di quello schifo che è stata la partita) gentilmente offerto da queste due persone molto ok.

-Il saluto dell’ultimo avversario.

-Perché scegliere una foto? Qua ce ne sono cento.

People’s champ.

-Breve lista degli sportivi che ne hanno omaggiato il ritiro attraverso i social: Gerrard, Baresi, Bryant, Marcelo, Materazzi, Nowitzki, Dybala, l’Inter nonostante i cucchiai, Bakambu, Valbuena, il Burdisso scarso, Rudi Garcia, Vainqueur, Saul, Max Biaggi e Max Allegri, Prince Boateng e tanti tanti altri.

-Menzione specialissima per John Arne Riise, il vichingo col daje facile.

4. La Liga Awards

MVP. Mr. Pichichi, Mr. Clasico, Mr. Lionel Messi.

MVP romantico. Una delle mie usanze preferite durante questa stagione: guardare qualche minuto di Pablo Piatti per far riaffiorare i tempi di Valencia. L’esterno con passaporto italiano dell’Espanyol è andato vicino alla tripla doppia: 10 gol, 10 assist e 8 ammonizioni.

Allenatore dell’anno. Eusebio Sacristan, che ne dite? Ha portato la Real Sociedad a 64 punti, ha riesumato Illarramendi e Oyarzabal è proprio forte. Infine, all’Anoeta si palesa Xabi Prieto.

Gol dell’anno. Quello con cui Messi ha vinto e zittito il Bernabeu all’ultimo minuto. Iconico.

Coccarda Schone. Isco con barba folta è un Isco molto bello.

Premio Florin Andone. Pur nel campionato di Florin Andone, vince Sergi Enrich grazie a: uno, i sette assist e due, il fatto che gioca nell’Eibar, che gioca ad Ipurua.

Statua Cristiano Ronaldo, a Cristiano Ronaldo, che non può assistere una premiazione a mani vuote.

Medaglia Morata. Siccome sessanta milioni per l’ex Juve sarebbero comunque tanti (specialmente se ti chiami AC Milan 1899 e hai Mati, Kucka e compagnia in mezzo), potrebbe essere l’estate giusta per sperare l’approdo a lidi laziali di Aritz Aduriz.

Busto Lukaku. Steven N’Zonzi è enorme. E pare abbia imparato ad usare il proprio corpo.

Targa Spanoulis. Tiago Mendes ha lasciato l’Atleti affermando di non sentirsi più all’altezza dei compagni. L’ex Juve è stato una certezza per noi e per i Colchoneros quest’estate: non vederlo più in biancorosso renderà ancora più duro guardare l’Atleti.

Riconoscimento Le’Bryan Nash. Fernando Amorebieta, il cui nome è talmente bello che si chiama così anche una squadra.

La squadra di calcetto della Liga 2016-2017. In porta Jan Oblak, che sta continuando la tradizione recente dei portieri-saracinesca dell’Atleti. In difesa è stato l’anno mainstream di Sergio Ramos, ma Dani Carvajal è diventato uno dei migliori terzini destri al mondo. Davanti tre che non siano quelli famosi: Sandro Ramirez del Malaga, Iago Aspas del Celta e Ruben Castro del Betis.

5. Pensierini sulla finale di Europa League

-Il miglior giocatore della partita, un ex, è a bordocampo con le stampelle.

-Bella cravatta Bosz. Si intona con la medaglia.

-Davinson Sanchez non è il giocatore più grezzo dell’Europa League, ma al momento non mi viene in mente nessuno più spigoloso.

-Neanche alla mezz’ora è già “palla lunga verso Fellaini”. State of mind.

-De Ligt e il mio fratellino differiscono di due giorni all’anagrafe e di un alto tasso di talento naturale. Un piccolo salto nel calcio del 2030.

-Sulla pagina Wikipedia della Friends Arena è comparso per qualche giorno in nomignolo di Zlatan Arena. Zlatan che nomina cose potrebbe essere una serie TV di grande successo.

-Si gioca a Solna, in Svezia, ad inizio ripresa ha segnato un armeno da corner e dirige le operazioni un arbitro sloveno di Capodistria. Molto Europa League.

-Ajax è stato bello, davvero. Ma l’esito finale era scritto nelle stelle e lo sapevate anche voi.

-Marianella in telecronaca ha citato tante leggende dei Lancieri, Nani e raccontato (ancora) di quella volta che i genitori di Mkhi mandarono un Mkhi tredicenne in Brasile affinché imparasse a palleggiare coi granelli di sabbia. (Qui per vedere Mkhi premiato).

-Senza DROGBAAAAAAA non è una vera finale europea con Marianella.

-Breaking news: Martial è stato avvistato, sta bene.

-Klaassen ha deluso, no?

-Un amico mi manda in tempo reale la foto della futura signora Smalling dopo che ne parlano al commento. Circondatevi di questo tipo di amici.

-Livello di sicurezza che restituisce Onana: il tragitto banco-lavagna nell’interrogazione di matematica.

-Mou ha vinto un’altra finale. Con un tiro deviato e un gol da corner. So mourinhesque.

-Non si è nemmeno visto Justin Kluivert :'(

6. Duelli fisici di Pogba/Optimus Prime/Marshawn Lynch

Minuto 32:58. Pogba prima scherma il passaggio di Schone verso la zona centrale del campo (notare la compattezza delle due linee dello United: otto giocatori blu in circa venti metri quadrati), poi raddoppia su Traoré e gli ruba palla con estrema facilità.

Traoré si schianta su Pogba e atterra a peso morto.

Pochi secondi più tardi, perché le batterie di Pogba mica si scaricano, la palla sta uscendo dal campo, Pogba e Sanchez se la contendono. Il #6 dello United vince il duello spalla-contro-spalla liberando una grande quantità di joule. Il centrale dell’Ajax non è piccolino: Pogba ha lo status per vincere questi contrasti in finale di Europa League.

E di uscirne con la suola.

7. Le due giocate più belle dalla finale di Europa League

Perché Appunti Sparsi non è solo UEL, ma più ce n’è meglio si sta, come col bere alle feste.

Tacco di Traoré per eludere Fellaini.
Traoré scivola lungo piani inclinati.

Da una parte è vero che Darmian l’ha contenuto bene, ma il burkinabé ha i razzi sotto le scarpe. È del Chelsea e potrebbe essere una discreta aggiunta per Conte. Nel cinquantesimo episodio di questa rubrica, uno dei dieci punti sarà: “Traoré che distrugge la Premier” o qualcosa del genere.

8. Defaticante #1

Come nello scorso episodio, ci siamo allungati tanto. Così, fatta tanta strada per arrivare fin qui, scialiamo un po’ negli ultimi due punti. Stavolta trovate articolini carini letti per voi. Immaginate di sfogliarli con le gambe appoggiate al muro per far andar via l’acido lattico accumulato, dopo aver mangiato una banana rigenerante. O così.

L’ultimo articolo di Simone Torricini su ZC parte da una semplice domanda: avendo Jorginho, perché diavolo il Napoli prese Amadou Diawara l’estate scorsa? Spoiler: perché vuole farlo diventare un fenomeno.

9. Defaticante #2

Se il Guardian non è già la vostra casa preferita, ecco dei buoni motivi perché lo diventi al più presto:

-La storia dell’ultimo dribblomane georgiano prima di Jano Ananidze tra tatticismi e Oasis.

-Dani Alves vs Marcelo sul più grande palcoscenico del mondo. About to happen.

-Quel mostro di Jonathan Wilson mette i panni di Apuleio/Ovidio/Kafka e discute la metamorfosi dei terzini nel calcio moderno. Qualcosa con cui abbiamo imparato a convivere, senza realmente esserci chiesti come e perché. (In copertina ci sono Facchetti e Krol *emoji cuore*).

10. Tweet sparsi™