A metà del guado, Florian Thauvin - Zona Cesarini
(credits: om.net)

A metà del guado, Florian Thauvin

Nell’ultima stagione in Ligue 1 si sono ammirati tanti nuovi talenti che stanno attirando le attenzioni dei grandi club; parallelamente, la varietà di calciatori francesi che si sono messi in mostra negli ultimi anni sta raggiungendo livelli mai riscontrati in precedenza: la Francia potrebbe schierare un undici di riserve e rimanere comunque sui livelli delle maggiori selezioni mondiali. Al netto dei vari Dembelé e Mbappé, dunque, si muove una schiera di giocatori meno appariscenti, non più giovanissimi ma comunque molto interessanti: basti pensare a Germain (appena approdato al Marsiglia), Cyprien del Nizza o Florian Thauvin, ala destra dell’OM.

Thauvin è nato nel gennaio del ’93 e questo è stato il primo anno in cui è riuscito ad imporsi a grandi livelli nella dimensione a sé del campionato francese: il ragazzo di Orléans ha chiuso la stagione con 16 gol e 8 assist, guadagnandosi l’esordio nella nazionale maggiore il 2 giugno contro il Paraguay ed attirando le attenzioni soprattutto della Roma, impegnatissima a cercare un sostituto di Salah dopo il trasferimento dell’egiziano ai Reds. Tuttavia, come spesso accade – un po’ per scaramanzia e un po’ per nostalgia – c’è un certo scetticismo verso l’eventuale acquisto del francese, valutato dalla squadra del presidente Eyraud circa 25 milioni di euro. Ma potrebbe essere Thauvin il giocatore adatto ai giallorossi?

Quest’anno Thauvin è stato allenato da una vecchia conoscenza dei tifosi romanisti: Rudi Garcia. In Italia è stato palese fin da subito come il tecnico francese prediligesse utilizzare un 4-3-3 piuttosto definito, dove grande importanza in fase di possesso era regalata agli esterni offensivi, riuscendo a coprire anche delle lacune tecniche come nel caso di Gervinho, che, per quanto interprete unico per caratteristiche fisiche e impegno profuso sul campo, non ha neanche lontanamente il bagaglio tecnico di Thauvin.

Durante l’ultima stagione il francese è stato impegnato prevalentemente come esterno offensivo destro, ruolo nel quale ha dato il meglio di sé; in altre occasioni (per un totale di 10 partite) Thauvin è stato schierato anche sulla trequarti, partendo da una posizione più centrale ma defilandosi spesso sulla fascia destra: quella che appare come la sua comfort zone. Dal punto di vista prettamente tattico, dunque, non stiamo parlando di giocatore particolarmente versatile e duttile, nonostante le caratteristiche fisiche e tecniche possano farlo pensare.

La quantità e la qualità di soluzioni offensive proposte dall’esterno francese, al contrario, è molto varia: Thauvin è un ottimo costruttore di gioco, dotato di una sinistro morbido, ed anche un abile finalizzatore, sia davanti alla porta che nelle soluzioni estemporanee con tiri dalla distanza: quest’anno 6 dei suoi 16 gol, infatti, sono stati realizzati con conclusioni da fuori area. Alcune appaiono come vere invenzioni, distillati di pura classe:

Un MontBlanc ricoperto di panna.

La freccia più pungente nella faretra offensiva dell’ex Magpies resta però la progressione palla al piede: Thauvin è un giocatore estremamente rapido e agile, ha un ottimo dribbling ed un equilibrio quasi miracoloso in conduzione. Nello specifico, Thauvin è uno dei giocatori più abili a dribblare del campionato francese: con 2,4 dribbling completati a partita si classifica in quinta posizione fra tutti i giocatori della Ligue1.

Hop-hop!

Il francese, come detto, è in grado di essere decisivo da ogni punto di vista nella creazione di occasioni: è un abile passatore e predilige il passaggio lungo, smarcante, a quello breve, infatti la lunghezza media dei suoi passaggi si attesta sui 18 metri: la stessa, per capirsi, di un tessitore di gioco come Dani Ceballos.

Analizzando le statistiche, Thauvin ha realizzato 8 assist ed ha messo a referto ben 53 key-passes creando dunque 61 occasioni – due in più di un big come Bernardo Silva, ad esempio – con una percentuale di riuscita dei passaggi del 78%, buona ma ampiamente migliorabile, risultato figlio anche della tendenza a verticalizzare spesso, prendendosi i rischi della giocata. A testimoniare la tendenza associativa dell’ala francese c’è la produzione con il compagno di reparto Bafetimbi Gomis, con cui esiste una grande intesa: sono 4 le reti realizzate sull’asse Thauvin-per-Gomis: record a pari merito con altre due coppie del campionato.

Florian Thauvin può comunque ancora destare qualche dubbio allo sguardo del tifoso: anche lui, al pari di molti prospetti della Ligue 1, ha il limite di non aver mai disputato regolarmente le coppe europee (solo 8 presenze tra Champions ed EL), ed inoltre la sua unica esperienza fuori dalla Francia non è stata indimenticabile: nel 2015 Thauvin è stato venduto al Newcastle per 18 milioni di euro, vivendo sulla propria pelle una delle stagioni più nere della storia dei Magpies. Giocando pochissimo, segnando soltanto un gol e venendo rispedito in prestito al Marsiglia alla prima occasione possibile: il mercato invernale.

Da quel momento Thauvin è rimasto al Marsiglia, dimostrando il suo potenziale soltanto all’interno del club che ha puntato su di lui, lanciandolo al massimo livello del professionismo grazie ad un tecnico come Bielsa. Per quanto riguarda i punti deboli dell’ala francese bisogna considerare alcuni fattori: Thauvin non è più giovanissimo, e se non dovesse riprovare a confrontarsi con una realtà diversa dalla Francia, allora le già limitate attenzioni da parte dei top club potrebbero ulteriormente diminuire, emarginandolo ad una realtà forse non all’altezza della sua cifra tecnica. Un altro difetto del giocatore dell’OM è la scarsa tendenza ad usare entrambi i piedi: Thauvin ha segnato 12 gol col piede sinistro e soltanto 3 con il destro.

Sebbene questa caratteristica sia generalmente limitante ma piuttosto diffusa nei mancini, bisogna tenere di conto come, nel gioco diretto impostato su esterni invertiti e transizioni rapide che Di Francesco porterà a Roma, Thauvin potrebbe esaltarsi facilmente, ammesso che Monchi voglia davvero portarlo nella capitale. Perché anche fisicamente Thauvin ha dei limiti: estremamente longilineo, non assorbe benissimo i contrasti, ed è l’ultimo giocatore con cui sfruttare le palle alte, come risulta dalla scarsa tendenza a vincere i duelli aerei (un misero 38%).

Florian Thauvin, dunque, appartiene a quella classe di giocatori a cui si deve obbligatoriamente chiedere il salto di qualità, per capire se l’ultima stagione sia stata effettivamente quella della crescita definitiva all’interno di un club che non ha avuto grandi ambizioni in campionato, o soltanto l’ennesimo interprete da one-hit wonder. Un talento a metà del guado: bello da vedere, rapido e capace di spostare gli equilibri accendendosi come una fiamma a contatto con lo zolfo, ma a rischio fossilizzazione della carriera.

In quest’ottica, Roma potrebbe rivelarsi una buona scelta, anche grazie all’entusiasmo del nuovo progetto e ad un mercato molto attento alla costruzione di una squadra che possa garantire un futuro al nuovo corso di Di Francesco; rimanendo a Marsiglia, invece, Thauvin rischierebbe di non fare altri passi in avanti rispetto a ciò che ha messo in mostra quest’anno, magari compromettendo quella che resta la sua più grande conquista: la maglia dei Bleus.