Appunti Sparsi S02 Ep17 | ZonaCesarini.net

Appunti Sparsi S02 Ep17

Un triste annuncio, che tanto è Natale e ogni cosa brutta è affievolita dalle lucine colorate sui balconi: questo è l’ultimo episodio di Appunti Sparsi per come lo conosciamo. Martedì prossimo, 27/12, sarà un best of, nel 2018 diventerà mensile e ben più bello, vedrete.

La sabbia scivola giù dalla clessidra, le cose da dire sono tante. I regali devono ancora essere comprati: non cincischiamo, Zara chiude a breve. Ultimo ballo: partiamo?

Lungo tutto l’episodio sono dislocate 4 immagini che parlano di Hellas-Milan, condite con 4 didascalie minimali, perché non c’è nulla di più brutto di ricordare un Hellas-Milan treazero durante le vacanze.

Al Marc’Antonio Bentegodi, domenica 12 dicembre alle 12:30 ore locali, c’era il sole.

1. Pillole da Manchester City – Tottenham

a) Il Mancester City, in questa stagione, ha sempre vinto. Sedici vittorie di fila in Premier, 56 gol fatti, 12 subiti. In realtà ha anche pareggiato (ad Agosto con l’Everton, ma Walker si fece espellere al 44′, e in Coppa di Lega, al secondo turno contro il Wolverhampton, vincendo ai rigori) e perso (l’inutile partita al Metalist Stadium contro lo Shakhtar), ma l’impressione globale è quella di un dominio fisico, mentale e tecnico su tutto e tutti. Ricordate il Maicon 2009-2010? Ecco, solo che la fascia destra diventa la Premier League e i sombreri ad Amauri sono le figuracce di Lukaku.

b) Interessante la mossa di Pochettino. Affronta la partita con due punte, Son e Kane, che rimangono sempre alte a mettere pressione, in entrambe le fasi, ai centrali avversari. É un pressing costantemente ultra-offensivo che, se crolla una carta, il castello cade. A supporto Dele Alli, mentre il centrocampo è composto da Eriksen, Dembélé e Winks. È proprio un’uscita sbagliata di quest’ultimo a generare il calcio d’angolo dal quale Gündogan ha portato avanti, smarcato in area, il City.

c) Assenti Kompany, Stones, Mendy (infortunati) e David Silva, per motivi personali. Una piega che si sottolinea poco: l’importanza dell’assenza di Mendy. L’ex esterno del Monaco aveva dominato ad inizio anno sulla sinistra, poi si è sbriciolato il crociato del ginocchio destro e Guardiola ha rivisitato il trucchetto. Posto che l’infortunio di Mendy non è un bene, ora il terzino a sinistra lo fa Delph, che spesso e volentieri viene a giocare dentro al campo, a fianco di Fernandinho, con Walker (atleta fuori dal comune) stretto ai due centrali. Questo permette un’incredibile libertà alle mezzali, Gündogan e KDB, che creano vantaggio posizionale in zone avanzate del campo. Coi due centrocampisti nei mezzi spazi, Sané preferisce portare sull’isola il proprio marcatore e bruciarlo col motorino; Sterling, invece, sta scoprendo una dimensione associativa tutta nuova: la sincronia dei movimenti con KDB di attacco alla profondità è pazzesca.

d) Se il belga viene a prendere la palla sulla riga di destra, Sterling attacca lo spazio. E quando Sterling viene incontro, KDB si butta alle sue spalle. Gli automatismi implementati da Guardiola non sono solo perfetti, ma anche estremamente adatti alla Premier, pur rimanendo nei canoni dell’allenatore di Santpedor.

Notare come, dopo una manciata di minuti, Winks ed Eriksen stiano già marcato il vuoto, mentre la linea difensiva è 5-contro-5.

e) Non è tuttavia corretto circoscrivere questi automatismi alla fase offensiva: tutti i giocatori più pericolosi del Tottenham sono stati disinnescati. Il vertice basso degli Spurs, Dembélé, non ha garantito una fluida uscita del pallone, e anzi è rimasto schiacciato dal pressing ultra-offensivo: le mezzali di Guardiola si alzano fino sull’area avversaria quando Lloris gioca coi piedi dal fondo.

f) KDB altra partita fuori dalla grazia del Signore, “Che mattanza!” ammette Paolo Di Canio in telecronaca al 28′. “Il pomeriggio è ancora lunghissimo per il Tottenham” conferma Marianella cinque minuti dopo.

g) Una delle cose da vedere del City: Ederson che, palla in mano, colpisce di collo pieno verso uno degli esterni, con una precisione che non ha uguali tra i portieri.

h) Come De Bruyne (che Alberto Mapelli dipinge su queste pagine) ha chiuso la partita. Dopo aver subito un fallaccio da un Alli snervato e snervante, rifinisce un contropiede magistrale. Si sposta la palla sul sinistro e brucia Lloris.

i) Il rigore sbagliato da Gabriel Jesus (colpisce il palo e sulla ribattuta Sterling spara inopinatamente alle stelle) è tutto frustrazione: Alli cerca il trick e perde palla in una zona nevralgica, Dier la recupera ma decide di uscire col tacco, KDB è un assassino con la faccia bianca (l’ha detto Di Canio) che viene steso in area da Vertonghen. Nonostante un buon ingresso in campo del Coco Lamela, il 3-0 del City è un golazo, sintomo di una squadra che con gli spazi fa ciò che vuole. Dier dimentica come giocare a calcio, Sterling la liscia la e fa 4-0 lo stesso perché se l’è meritato. Eriksen farà 4-1, ma i più belli d’Europa sono realmente spaventosi.

2. Hellas – Milan. 5012 secondi al termine

La vedi, Gennaro, la Fine dei tempi che inesorabile si avvicina?

3. Rallegratevi, Marco D’Ottavi è tornato con noi!

Il primissimo ospite di questa rubrica *lacrimuccia*

Appunti Sparsi: L’ultima volta che ci siamo sentiti la Juve doveva giocare la semifinale d’andata dell’ultima Champions contro il Monaco. Qual è, da allora, l’avvenimento che più ti ha colpito nel mondo del pallone? (Eliminazione Italia esclusa).

Marco D’Ottavi: Ne dico due: per l’impatto sul futuro del calcio, il pagamento della clausola di Neymar da parte del PSG, una scelta che cambierà la percezione del mercato dei calciatori. Per la narrazione dico la qualificazione dell’Egitto al Mondiale. Certo per noi è una ferita ancora aperta, però vedere paesi che amano tanto il calcio qualificarsi ad una cosa bella come i Mondiali ti riempie sempre il cuore. La scena di Salah che segna il rigore decisivo al 95’, lo stadio che esplode di gioia e il telecronista che piange ancora mi fanno venire la pelle d’oca.

#as: Allora affermasti anche che ti piacerebbe di più affrontare un Giovinco dimensione Lukaku che quattro Lukaku dimensione Giovinco. Ora ti chiedo di comporre una macchinata per andare a pesca. Puoi portare con te un giocatore in attività, uno ritirato, un allenatore ed un presidente.

MDO: Allenatore: André Villas-Boas (vale ancora? Penso di sì, una volta allenatori si è sempre allenatori). Presidente: Roman Abramovič, perché mi interessa molto il periodo storico successivo alla caduta dell’URSS e chi meglio di lui. Giocatore ritirato: Hidetoshi Nakata. Giocatore in attività: Alvaro Morata ♥.

#as: Che partita ha fatto la Juve a Bologna? Le parole giuste per valutare la gestione di Dybala? Alex Sandro come sta? Torneremo a vederlo anche in partite importanti?

MDO: La Juventus ha fatto la partita che doveva fare. Accelerando poco, controllando il gioco, non correndo rischi. Sulla gestione di Dybala tocca fidarsi di Allegri ed incrociare le dita: deve scattare qualcosa dentro di lui che gli permetta di rimanere sempre al livello in cui si è espresso nei suoi migliori momenti. Alex Sandro l’ho visto meglio del solito contro il Bologna e sì, per forza, lo vedremo di nuovo in partite importanti. Sandro è forte forte, queste cose non scompaiono nel giro di un’estate.

#as: In Benevento-Spal Marco Borriello non ha giocato neanche un minuto. La coppia titolare dei ferraresi era Floccari (doppietta!) – Paloschi. Al posto di quest’ultimo è entrato Mirko Antenucci. Borriello, insomma, scalda la panca: a gennaio può far tornare in Europa League il Sassuolo?

MDO: Borriello è un mistero: tecnicamente è più forte del 70% degli attaccanti della Serie A, però poi finisce spesso che gli allenatori gli preferiscano altri meno forti, forse è una questione di attitudine. A Sassuolo ora ci pensa Matri.

#as: In NFL le regole stanno sempre più strette un po’ a tutti. Recentemente Steve Kerr (basket) velocizzerebbe volentieri il gioco. Quali regole cambiamo nel calcio? E non sarebbe più bello dare ai cambiamenti nomi di giocatori? In NBA hanno la Derrick Rose o la Kevin Durant Rule, i (Larry) Bird Rights. Pensa se esistesse mai l'”Emendamento Umar Sadiq”.

MDO: L’unica cosa che inserirei è il tempo effettivo negli ultimi quindici minuti per eliminare una volta per tutte le ridicole perdite di tempo delle squadre in vantaggio, per il resto va bene così (almeno fin quando tutti i giocatori saranno come Pogba o Milinkovic-Savic, a quel punto toccherà allargare il campo). Non oso immaginare cosa possa dire l’emendamento Sadiq… forse meglio di no, nel calcio diventerebbero solo regole negative o mal viste, tipo la “legge Donnarumma” sulla condizione psicofisica in cui un calciatore firma i contratti.

#as: Giocare con animaletti coccolosi in campo dovrebbe essere pazzesco. Ma qualcuno già gioca su delle bici, altri su delle macchinine con una palla enorme. Insomma: qual è il miglior calcio alternativo? Libero di introdurre altre opzioni, ma solo se comprendono in qualche modo sia la gru animale che la GRU associazione di ricerca polacca.

MDO: Il Royal Shrovetide Football (una cosa molto strana: esempio dopo esempio dopo esempio).

#as: Una domanda un po’ dolorosa perché questo è pur sempre l’ultimo episodio di questa rubrica: quale addio al calcio ti ha commosso particolarmente? (Ultimo lustro escluso).

MDO: Il mio primo mito nel calcio è stato Roberto Baggio e quando ha smesso Roberto Baggio è stato particolarmente doloroso.

Addii.

#as: Ce la può davvero fare l’Atalanta col Dortmund? E l’Östersund con l’Arsenal?

MDO: Certo. Se l’Atalanta non avrà problemi di infortuni vari quelli vanno a Dortmund e gli fanno una testa così. Mi sembra una sfida molto più aperta di quello che si dice in giro anche se bisogna anche capire come reagirà il Borussia al nuovo tecnico. L’Östersund non ce la farà, ma comunque vada sarà il tipo di sfida che certifica la varietà dell’Europa League, e la varietà è bellezza.

#as: Il caso “Parata Torreira” non finirà in Parlamento perché si tratta pur sempre del Sassuolo o perché la squadra che ha subito il torto ha comunque vinto la partita?

MDO: Non finirà in Parlamento perché si tratta del Sassuolo, ma speriamo non ci finiscano neanche gli arbitri di questa partita, dal primo all’ultimo.

#as: Hanno chiuso al comando della classifica cannonieri dei gironi di Europa League, con 6 reti ciascuno, André Silva del Milan, Emiliano Rigoni dello Zenit e Aluisio Chaves Ribeiro Moraes Junior della Dinamo Kiev. A chi la diamo, insomma, l’ipotetica Scarpa d’Oro?

MDO: André Silva per l’ironia della cosa.

#as: Juve e Roma hanno tutte le possibilità di passare il turno in Champions. Poi potrebbero incontrare Barcellona, Bayern o MANCHESTER CITY. Perché nessuno si fila la squadra più in forma d’Europa in ottica Champions? E come potrebbero fermarla le due italiane?

MDO: Oddio, nessuno si fila… Se la Champions fosse un torneo giocato tra ottobre e dicembre l’avrebbero vinta sicuro. Forse se ne parla meno per abitudine, è ancora presto per fare nomi di favoriti che non siano i soliti favoriti. Eventualmente Roma e Juventus dovranno sperare di incontrarli in un cattivo periodo di forma, altrimenti è veramente difficile. Paradossalmente il miglior modo di provarci è fare una partita coraggiosa, provare a prendersi il pallone, come ha fatto il Napoli, e poi essere perfetti nelle transizioni negative, insomma essere praticamente perfetti in tutto.

#as: Durante City-Tottenham, Di Canio ha detto (cioè ha urlato) che, dovesse costruire una squadra da zero, tolti CR7 e Messi, fonderebbe su KDB. E’ il giocatore che sceglieresti anche tu? Sarà lui a vincere il primo Pallone d’Oro dopo quei due?

MDO: Il Pallone d’Oro non è una scienza esatta, per cui andrà a Neymar. Però la crescita di KDB è incredibile, quello che sta facendo in questa stagione senza senso. Se volessi fondare una squadra su un certo tipo di idea di calcio sì, probabilmente andrei su di lui (anche se forse non è la stessa idea di Di Canio).

#as: Questo è il momento in cui paragoni l’ultimo Star Wars ad una squadra di Serie A senza temere conseguenze. Oppure una squadra di Premier a Fast and Furious 8 o una di Liga ad Cent’anni di solitudine.

MDO: Figo, vado con Athletic Bilbao come “Cent’anni di solitudine”. Quel realismo magico che si respira al San Mamés, tutti con le stesse origini, questi cognomi sempre simili e molto belli.

#as: A proposito di Coppa: le tre cose per cui hai più hype nello scontro Real-PSG.

MDO: 1) Il fatto che una delle due si attacca al cazzo. 2) Neymar che può iniziare a scalare il suo Everest verso il primo posto arcionandosi sopra CR7. 3) Marco Verratti che dobbiamo fare contro il miglior centrocampo del mondo?

#as: Felipe Anderson è riapparso in Europa League dopo un infortunio lunghissimo. Ora come ora, però, è difficile rubare il posto a Luis Alberto. Consiglia a Lotito tre scambi in stile NBA (io contatterei l’Inter per Gagliardini+Eder).

MDO: Felipe Anderson dovrebbe prendersi il posto di Lulic in un modo o nell’altro.

#as: Il Pordenone è l’incipit di una nuova alba per i social media manager delle squadre italiane?

MDO: Spero di no. Io non sono un grande sostenitore di una gestione dei social così viscerale, ammiccante e soprattutto invasiva. Certo il Pordenone non ha molto spazio al sole ed è giusto che abbia sfruttato l’occasione al massimo, però in generale io preferisco una certa sobrietà, al massimo un’ironia simile a quella usata dai social media delle squadre tedesche.

4. Hellas – Milan. 3831 secondi al termine

“Raga andate in campo e fate il cazzo che volete” avrebbe funzionato meglio. Le due scolastiche linee a 4 del Verona nei panni dell’Atletico Madrid.

5. Anche l’Inter male

di Paolo Stradaioli, quel tipo di amico che anche se scrivi una tragica rubrica settimanale a mo’ di spezzatino continua a voler partecipare, partecipa, è giusto che partecipi. Luv ya, PS.

In clima natalizio Appunti Sparsi sente il bisogno di contribuire agli esperimenti culinari suggeriti dal periodo festivo. Eccovi quindi la ricetta per il Trappolone Natalizio™.

Prendete una squadra in cui tra il nono giocatore per utilizzo e il decimo ci sono quasi 350 minuti. Badate bene che in questa squadra soltanto in 12 abbiano giocato almeno 500 minuti in campionato e che tra di questi in sette non abbiano mai saltato un singolo match. Ottimo abbiamo la nostra base. Adesso è importante che la suddetta squadra impieghi il martedì sera, anziché a fare un po’ il c***o che vuole, giocando contro una squadra di Lega Pro che vede un passaggio del turno come una specie di zenit della propria esperienza calcistica. Non bastano novanta minuti di fatiche, ce ne vogliono 120 più rigori. Tutto chiaro? Perfetto. A questo punto bisogna fare attenzione perché il sabato successivo alla partita infrasettimanale non basta una squadra di metà classifica qualsiasi. Serve un team che ha da poco cambiato allenatore, rivitalizzato dai risultati recenti e con un palleggio non troppo elitario ma sufficiente a far stancare la squadra avversaria per poi affondare il colpo. Ora, dal momento che non tutti sono chef stellati, bisogna anche essere fortunati nel dosare bene gli episodi, nell’azzeccare la giornata storta di un terzino storto che sembrava aver riacquisito certezze ma che proprio…(seguono imprecazioni varie dell’autore ndr). Se riuscite a fare tutto questo potrete servire, caldo o freddo in base alle preferenze, il Trappolone Natalizio™. Se ancora non siete sicuri di soddisfare i sofisticati palati che dovrete ospitare al cenone, il consiglio è di riguardare Inter-Udinese per prendere spunto.

La squadra di Spalletti ha giocato il suo solito calcio nel primo tempo, costruendo palle gol e concedendo poche volte il fianco agli avversari. La partita si sblocca grazie a un’ingenuità di Santon che regala il possesso a Widmer, tiro-cross velleitario del terzino bianconero ma sotto porta c’è Lasagna che fa 1-0. L’Inter non accusa minimamente il colpo e appena torna dall’altra parte del campo pareggia con il solito Icardi. Ci sarebbero le occasioni per chiuderla ma la vista comincia ad annebbiarsi, preludio di un secondo tempo praticamente non giocato. Le fatiche di coppa e le rotazioni assenti o quasi nel roster milanese regalano 45’ di ottimo calcio all’Udinese. La squadra di Oddo muove bene il pallone, il primo pressing dell’Inter è sempre inefficace, i duelli aerei di solito ben gestiti dai nerazzurri sono ad appannaggio degli altri (20-13 il conteggio) e una mano libertina di Santon (again) apparecchia il colpaccio. De Paul punisce. I padroni di casa provano ancora a scuotersi, ma la traversa strozza l’urlo di Skriniar. Su una situazione di lancio lungo Lasagna spizza, De Paul e Jankto vanno decisamente troppo forte, Barak picchia il 3-1. Trappolone Natalizio™ servito. Prima della pausa lunga ci sono quattro partite di cui una è il derby di Coppa Italia. Quanto basta per scacciare immediatamente le paure o per acutizzare il problema.

6. Letterine da Abu Dhabi

dove, in caso abbiate passato il fine settimana su Crotone-Chievo, si è giocata Real Madrid-Grêmio, finale del Mondiale per club.

a) La maglia del Grêmio, Imortal Tricolor, è bellissima e non c’è nulla di più iconico, forse il rosso del Manchester United, del bianco del Real.

b) Peccato solo non sia in campo Arthur, gioiellino dei brasiliani classe ’96 che ha dominato la finale di Libertadores ed è stato paparazzato con la maglia del Barça. #NextXavi in provetta.

c) La parata di Marcelo Grohe in Copa è il gol di Brignoli del Sudamerica. Ederson che non c’entra nulla ma è fortissimo, Buffon 4° al Pallone d’Oro: 2017 anno dei portieri. Mentre il laterale sinistro Bruno Cortez alterna fasi Dalbert a fasi Alex Telles.

d) Modric ha due caratteristiche che lo rendono imprendibile nel breve: baricentro bassissimo e cambio passo cantilenato, a ritmo tutto suo. Mago. L’ottavo palo in sei partite (dice Borghi) nega al croato il gol, ma era sostanzialmente una papera di Grohe, inammissibile nell’anno dei portieri.

e) Perché è bene guardare ogni partita del Real che si può: c’è sempre (almeno) un retro-passaggio a cui Isco aggiunge un no-look così, a caso; Varane ha galoppato un paio di volte palla al piede fino alla trequarti avversaria, licenze poetiche ok per uno dei migliori centrali del mondo; a Casemiro non interessa chi sei o da dove vieni, lui ti imbruttisce.

f) Vi ricordate di Luan, la punta del Brasile olimpico? Peggiore in campo. La coppia Kannemann-Geromel, invece, ha un non so che di efficacia Anni Settanta, di parastinchi abbassati e gomitate a palla lontana. Mentre Fernandinho ha giocato anche all’Hellas Verona (qui saluta i tifosi in brasiliano). A una certa, quest’ultimo è stato servito in profondità con un scavetto invitante, ma la palla gli è rimbalzata sulla testa. Kannemann, tra l’altro, aveva già perso una finale mondiale col Real Madrid, col San Lorenzo, quando dietro faceva coppia con Mario Yepes.

g) Momento decisivo della partita verso il 52′: Ramiro viene steso in area di rigore da Sergio Ramos. (Il rigore non c’era, ma SR4 entra scomposto quando non dovrebbe e non l’ha ancora capita). Si va di là: Ronaldo induce alla violenza un avversario con doppi passi da fermo. Dai 28 metri fa passare la palla tra il #18 e Lucas Barrios in barriera, apertasi colpevolmente. Fanno 423 col Madrid per CR7, che poi avrebbe segnato il raddoppio al termine di una bellissima azione, ma la bellissima sponda di Benzema era in (dubbio) fuorigioco. Siccome non hanno usato nemmeno il VAR (qui presente) prima di annullare un gol a Cristiano Ronaldo, il Pallone d’Oro in carica ha tentato un tiro di tacco da, più o meno, il dischetto del rigore.

h) Marcelo, che ha giocato alla brasiliana contro brasiliani come esemplifica questo tweet di Mendy, portava un vistoso braccialetto viola durante la partita, che non toglie mai.

i) Due stats per augurarvi un felice e imminente Clasico: il 4 gennaio Toni Kroos compirà 28 anni. È già campione del mondo con la Germania e ha vinto il Mondiale per club 4 volte (record). CR7, fischiato dal Zayed Sports City Stadium, ovviamente ha deciso la partita, diventando l’unico a segnare in due finali consecutive (già miglior marcatore della competizione).

7. Hellas – Milan. 1996 secondi al termine

Eh.

8. Tweet sparsi™

Avremmo voluto parlarvi dei nomi buffi dei giocatori del Lokeren o piazzare una gif sul golazo settimanale di Özil, ma non c’è più tempo, due link e addio.

-Sembra che un giovane del KV Mechelen sia molto forte. La maglia del club, in ogni caso, vi fa l’occhiolino.

-A cena con Francé c’era una sacco di bella gente.

-Bleacher Report ricorda chi sono gli 8 (solo 8!) giocatori ad aver vinto Pallone d’Oro, Mondiale e Champions League.

-Molti giocatori NBA hanno cominciato a vestire Supreme sul parquet. Sei indietro, @calcio.

-L’infortunio dell’Henry di Valmontone contro il Milan diventa un quadro.

-Guardiola ha sfidato 113 squadre in carriera e solo contro 2 non ha mai vinto: quali? Questo tizio lo sa.