Il listino del mercato ep.2 - Zona Cesarini

Il listino del mercato ep.2

Passata la pausa invernale, seconda puntata della rubrica che sentenzia senza pietà su qualsiasi hype dovuto al mercato estivo. Anche perché in questa abulica finestra invernale c’è ben poco da demolire, e la notizia forse più interessante è quella dell’interessamento della Fiorentina a Zuculini.

 

Leonardo Bonucci: DOWN (trend negativo)

Avevamo lasciato mister 42 milioni al rosso contro il Genoa, con la speranza che i due turni di riposo avrebbero permesso all’ex difensore della Juventus di rimettersi in linea, mentre in sottofondo circolava la voce che comunque la sua mancanza era una tara pesante anche per i bianconeri. In realtà le prestazioni di Bonucci sono rimaste fortemente altalenanti (bene contro Sassuolo, Torino, Benevento e Bologna, male a tratti malissimo contro Napoli, Verona, Atalanta e Fiorentina), mentre il riassetto tattico della squadra di Allegri ha spazzato via qualsiasi nostalgia del numero 19 trovando in Benatia un più che degno sostituto. Purtroppo per lui, è perfettamente in linea con l’arretrata posizione del Milan in classifica, e con la sensazione che sia stato tutto un grande bluff estivo. Il gol decisivo contro il Crotone, dite?

 

 

Nikola Kalinic: DOWN (trend molto negativo)

La sintesi della prima parte di stagione del centravanti croato è molto semplice: non prende mai la porta. Nonostante non faccia mancare (quasi mai) né l’impegno né il lavoro sporco da centravanti – fattori che finiscono per renderlo comunque il preferito come titolare al centro dell’attacco rossonero -, sull’ex viola pesa tremendamente lo score imbarazzante di 4 reti in 22 presenze complessive, con un solo gol (a Benevento) nelle ultime 9 gare disputate. Poche le attenuanti: il circo estivo del suo trasferimento, che in pratica ne ha compromesso la preparazione, e la generalizzata pochezza del Milan in fase offensiva, che prescinde dalla sua presenza. Forse la pausa invernale gli ha riconsegnato un minimo di forma e lucidità, vedremo.

 

André Silva: DOWN (trend non valutabile)

Rimane estremamente difficile valutare le qualità di questo costoso (38 milioni) attaccante portoghese per il semplice fatto che non gioca praticamente mai. Oramai stabilmente ultimo nelle gerarchie, dalla sua ha solo un ricco bottino in Europa League ottenuto in buona parte contro un derelitto Austria Vienna. Per il resto, continua ad essere un giocatore a “impatto zero”, buono dal punto di vista ecologico ma assai meno da quello dei risultati, tant’è che se possibile Gattuso lo sta utilizzando ancora meno di quanto facesse Montella.

 

Hakan Çalhanoglu: DOWN (trend ottimisticamente positivo)

Eppur si muove. Il derby di Coppa Italia e le gare contro Fiorentina, Crotone e Cagliari ci lasciano segnali di vita dal numero 10 turco, che finora era riuscito a far vedere qualcosa giusto contro il Sassuolo di Bucchi prima di impantanarsi causa guai muscolari. Si spera per i tifosi milanisti che non sia un fuoco di paglia, per quanto la sua firma sul pari rossonero a Firenze sia in buona parte merito di Suso e della respinta rivedibile di Sportiello e la buona prova con il Crotone sia, con tutto il rispetto, pur sempre fatta contro il Crotone di Zenga. Poco, ma è pur qualcosa.

 

 

Franck Kessié: DOWN (trend altalenante)

Il più utilizzato dei rossoneri, dopo la pausa, si ripresenta con una doppietta decisiva per ribaltare lo svantaggio a Cagliari. Giocatore senza vie di mezzo, nel senso che o è il migliore in campo dei rossoneri (ed è capitato più volte) o è il peggiore (e anche questo è capitato non poche volte). Qualora ritrovasse la continuità di Bergamo facendo seguire altre buone prove a quella della Sardegna Arena, sarebbe senz’altro un acquisto UP, e la giovane età consiglia sempre pazienza specie in un contesto come il Milan. Ma ne ha combinate alcune davvero troppo grosse per perdonarlo già.

 

Ricardo Rodriguez, Biglia e Musacchio: DOWN (trend negativo)

Un pacchetto da oltre 50 milioni che doveva alzare la qualità generale del nuovo Milan. Invece malino e a tratti malissimo. Dei tre l’unico a difendersi in qualche maniera è l’ex Werder Rodriguez, più o meno stabilmente titolare a sinistra (nonostante alcuni esperimenti montelliani), ma si vola ad un livello assai più basso rispetto all’hype estivo, con prestazioni opache e spesso condite da errori più o meno grossolani. Semplicemente disastrosi invece i due argentini, a più riprese silurati da Montolivo e Zapata: da Sampdoria-Milan (6a giornata, con Fassone che apre ufficialmente la “crisi Milan”) sono apparsi presentabili in rare occasioni. Cero acceso comunque per l’ex-Lazio, che ha dato segnali di ripresa a Cagliari, mentre Rodriguez chiudeva con il rosso una prestazione modesta.

 

Douglas Costa: UP (trend in crescita)

Il brasiliano pare aver finito il periodo di rodaggio ed è ora una pedina importante per Allegri, seppur alternativa alle rigide esigenze di equilibrio tattico del tecnico livornese. Il sottoutilizzo di quello che è uno dei migliori dribbler del campionato (6,6 dribbling tentati a partita, 5,1 quelli riusciti) pare proprio infatti figlio dell’intoccabilità di Mandzukic a sinistra – per la capacità del croato di fare un’importante mole di lavoro difensivo e senza palla – e dell’abbondanza a destra, nonché delle peculiarità del gioco bianconero, caratterizzato da ritmi bassi e manovra ragionata senza sbilanciamenti, elementi in contraddizione con lo stile di gioco del brasiliano. Ma l’aver un’opzione simile a disposizione non è cosa da poco: emblematica la gara contro il Napoli, dove il diverso atteggiamento dei bianconeri ha assolutamente esaltato l’esterno ex-Bayern, o – sempre schierato a destra – l’ultima gara contro il Genoa, da lui decisa. Importante.

 

 

Federico Bernardeschi: DOWN (trend in crescita)

Sicuramente dopo le perplessità iniziali l’ex gioiello della Fiorentina è stato capace di ritagliarsi un suo spazio importante, anche se rimangono i dubbi di fondo su una tale spesa (40 milioni) per un giocatore forte-ma-non-così-forte che si è andato ad aggiungere al già affollatissimo reparto esterni/trequartisti della Juventus. Reparto oltretutto nel quale gli spazi si sono ulteriormente ridotti dall’abbandono del 4-2-3-1, tanto che persino Dybala non è più un intoccabile. Ma d’altronde, in casa bianconera, il numero è potenza, e Bernardeschi è ulteriore bocca da fuoco della corazzata di Allegri. Continuando così, seppur con un utilizzo part-time, si dovrà necessariamente valutare in positivo l’operazione.

 

Blaise Matuidi: UP (trend stabile)

Il francese è risorsa persino più preziosa del previsto per la Juve di Allegri. Il centrocampista ex Psg è un giocatore capace di dare freschezza atletica, dinamismo e gioco senza palla ad un centrocampo bianconero che faticava a fare efficacemente filtro, tra le tendenze al gioco posizionale di alcuni interpreti e la scarsa condizione fisica di altri. Matuidi è il punto di equilibrio, la chiave di volta che ha permesso ad Allegri di ritrovare la sua squadra difficilmente superabile dietro senza però perdere efficacia in avanti, soluzione consacrata con il passaggio definitivo al 4-3-3 in luogo del dispendiosissimo 4-2-3-1.

 

Matias Vecino: UP (trend negativo)

Che rispetto all’avvio di campionato stia calando è fuori di dubbio, come è calata nel complesso l’Inter, evidentemente a corto di fiato e lucidità dopo una prima parte di stagione probabilmente sopra le aspettative. Sintomatico peraltro che l’andamento almeno in parte negativo delle sue prestazioni stia coincidendo con quello dei nerazzurri, privi di abili palleggiatori alternativi all’uruguagio e a Borja Valero. Male nell’ultima prima della pausa contro la sua non trascendentale ex-squadra, ci mette la pezza domenica scorsa nel finale contro la Roma. Nel complesso, continua ad essere un valore aggiunto per i nerazzurri.

 

 

Milan Skriniar: UP (trend positivo)

Skriniar è una delle migliori certezze della prima parte di stagione interista, capace di alzare non di poco il livello complessivo di una difesa che a livello di singoli rimane tutto sommato modesta. In buona parte suo il merito della solidità difensiva dell’Inter, non è tra gli indiziati principali dei due paurosi sbandamenti nerazzurri contro Udinese (vedasi: Santon) e Sassuolo (vedasi: Dalbert e Handanovic), nonostante anche lui avesse registrato le prime avvisaglie di usura fisica. Di nuovo sul pezzo già dal match con la Lazio, non sgarra più una partita. Una delle migliori operazioni del mercato estivo al momento, nella seppur lacunosa campagna acquisti di Sabatini.

 

Giovanni Simeone: DOWN (trend in crescita ma neanche troppo)

Il Cholito è stato il più dispendioso colpo del mercato viola: 15+3 milioni versati al Genoa per sostituire Kalinic al centro dell’attacco toscano. Così così, viene da dire, perché a fronte di una notevole grinta mostrata in campo e grandi quantitativi di lavoro sporco (in pressing, da “esca”, ecc.) che lo rendono per Pioli preferibile a Babacar, l’attaccante argentino ha peccato notevolmente di lucidità e tempismo sottoporta nella prima parte della stagione. Il doppio passaggio delle milanesi al Franchi può almeno in parte averlo rilanciato, dove nonostante qualche errore di troppo non ha fatto mancare i gol decisivi per prolungare la striscia d’imbattibilità della Fiorentina poi stroncata dalla Samp. Rimane infatti ingiudicabile il passaggio a vuoto a Marassi, in quella che è stata la peggior prova stagionale dei viola.

 

João Cancelo & Dalbert: DOWN (trend negativo)

Ancora pochi segni di vita dei due costosissimi terzini pescati in estate dall’Inter. Meglio sicuramente Cancelo, che superati infortuni e ambientamento, inizia a ritagliarsi spazio e prestazioni discrete (ma nel contesto di un’Inter in vistoso calo), mostrando buone cose in fase offensiva e limiti non da poco in quella difensiva (contro il Sassuolo mamma mia…). Disperso invece l’ex compagno di Balotelli al Nizza, che lo si ricorda giusto per quel salvataggio sulla linea contro la Roma (nel girone d’andata, però). Evidentemente fare mercato con l’OGC non porta granché bene: si veda Eysseric alla Fiorentina, acquisto assolutamente DOWN.

 

Gregoire Defrel e Patrick Schick: DOWN (trend non valutabile)

Desaparecido il primo, ancora in ritardo il secondo: tartassati dagli infortuni, i due sono per ora le spine più dolorose – e costose – del mercato bifronte romanista, dove Monchi ha cambiato tanto, venduto bene e pescato anche jolly importanti quali Kolarov e Pellegrini (un bell’UP per entrambi). DOWN perché valutati in maniera pesante da una società che oltretutto sta soffrendo terribilmente i paletti del fair-play finanziario. Però chissà, qualora partisse Dzeko qualcosa potrebbe cambiare sull’impatto (e l’utilizzo) dei due nella stagione romanista.

 

Duvan Zapata: UP (trend stabile)

16 presenze, 6 gol (fra i quali quelli pesanti contro Milan e Juve), 5 assist. Un bottino niente male quello del centravanti arrivato in casa Doria a 3 milioni di prestito riscattabile con ulteriori 17. La valutazione economica del colombiano sembrava veramente fuori scala ad agosto, quando arrivò alla corte di Giampaolo con Strinic – valutato 2 milioni, altro UP per il ds Osti -, ma con il senno di poi l’impatto dell’ex Udinese e Napoli è stato importante sia in termini assoluti per le prestazioni offerte con i blucerchiati sia se messo a confronto con altri attaccanti coinvolti in trasferimenti estivi (senza ritornare sui sopracitati, si pensi a Niang del Torino). La pausa dovrebbe avergli permesso di archiviare i problemi fisici, vedremo se riconfermerà quanto espresso nel girone d’andata.