Joachim Andersen, nel segno della tradizione - Zona Cesarini
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Joachim Andersen, nel segno della tradizione

Di Enrico Campogiani

Milan Skriniar, Alessio Romagnoli, Shkodran Mustafi. Tre ottimi centrali di difesa che attualmente giocano nei migliori o più blasonati club europei, e hanno un ruolo di primo piano nelle rispettive squadre. Tre giocatori diversi per età, campionati e nazioni di provenienza, ma accomunati da un fatto: tutti e tre in tempi recenti si sono consacrati nella Sampdoria e proprio dal club blucerchiato hanno spiccato il volo per diventare quello che oggi sono.

Giocatori che hanno certamente influito sui risultati del club e che hanno anche rimpinguato abbondantemente le casse societarie, considerato che solo la cessione di Skriniar, l’anno scorso, ha portato a bilancio circa 35 milioni di plusvalenza netta. Questi guadagni, uniti agli incassi di altre cessioni eccellenti portate a termine negli ultimi anni, come quelle di Bruno Fernandes, Muriel e quelle più recenti di Schick (40 milioni), Torreira (30 milioni) e non solo, dimostrano come la Sampdoria, negli ultimi anni, sia stata molto abile nel muoversi sul mercato, in entrata e in uscita.

Rimanendo in tema mercato, l’anno scorso, la Samp si è cautelata in difesa con gli acquisti di Colley e Tonelli. Tuttavia la vera rivelazione della stagione blucerchiata, oltre ovviamente all’eterno Quagliarella, è un altro difensore: Joachim Andersen, 23 anni ancora da compiere. Arrivato alla Sampdoria due stagioni fa per soli 2 milioni dal Twente, il centrale danese è subito passato sotto l’occhio attento di Giampaolo. Il tecnico – pur non mancando di elogiarlo nelle interviste – ha tuttavia aspettato a lungo prima di buttarlo nella mischia (nella prima stagione ha totalizzato soltanto 7 presenze), ma quest’anno ha puntato subito forte sul danese, che ha ampiamente ripagato la fiducia del tecnico, diventando in poco tempo un punto fermo di questa Sampdoria che con lui e Colley si è garantita un pacchetto di centrali difensivi solidi e completi, fondamentali nella fin qui positiva stagione dei blucerchiati.

Il danese ha inizialmente vinto il ballottaggio con Colley, diventando titolare in coppia con Tonelli, che è poi scivolato in panchina; una scelta dettata certo dalle ottime prestazioni di Colley, che si è rivelato un difensore molto affidabile e dalle caratteristiche uniche in rosa, ma probabilmente anche dalla scelta della Sampdoria di non far scattare l’obbligo di riscatto (dopo 20 presenze, a 8,5 milioni) dell’ex difensore partenopeo. Joachim Andersen è un difensore molto abile nel gioco aereo, nel quale fa valere tutti i suoi 190 centimetri, ed è dotato di un fisico da vero vichingo con i suoi 89 chili; ciononostante è un difensore reattivo nello stretto e, sebbene non particolarmente scattante, efficace nel coprire la profondità: compito di fondamentale importanza nelle squadre di Giampaolo, che tendono ad allungare e accorciare il campo a seconda della situazione di gioco, stimolando continuamente la linea difensiva a 4 ad un lavoro di scalate e sincronismi quasi robotici.

Gli aspetti del gioco di Andersen (via footballwhispers.com), un centrale di costruzione, ben più cerebrale di quanto la sua fisicità possa far intendere.

Il gioiellino blucerchiato è ancora a secco di gol, tuttavia resta un pericolo costante sui calci piazzati, sui quali spesso porta in area tutti i suoi centimetri. Non è mancata la sfortuna che gli ha opposto, nella vittoriosa trasferta di Bergamo, una strepitosa parata di Gollini su colpo di testa. Andersen è un difensore spesso coraggioso negli anticipi e nei contrasti, ma difficilmente ha generato una sensazione di ingenuità o immaturità: non si è mai reso protagonista né di errori grossolani né di interventi particolarmente duri o di scenate che potessero costargli il rosso. Come accennato, non è veloce, ma è piuttosto reattivo nell‘uno-contro-uno nel quale difficilmente viene superato grazie anche ad un uso sapiente del suo corpo e a una inclinazione naturale ad effettuare la lettura corretta in situazioni di gioco critiche.

Bellissima questa chiusura che denota un gran senso della posizione e un’ottima tempistica nella scivolata, salvando una situazione potenzialmente pericolosa.

Dimensioni di gioco che possono essere notate attraverso i numeri di quest’annata: una pass accuracy del 91,1% in un contesto che prevede la costruzione dal basso come dogma irrinunciabile per ogni azione, dato irrobustito dal 67,5% di precisione sui lanci lunghi; ci sono poi quelle voci più strettamente collegate alla sfera difensiva classica, in cui l’equilibrio del danese spicca come caratteristica principale del suo gioco grazie agli 1,3 contrasti vinti a partita insieme a 1,4 intercetti e soprattutto 4,5 spazzate, riuscendo al contempo a mantenere una soglia piuttosto risicata di falli (0,9), testimonianza della sua eleganza e pulizia di gioco (dati via Wyscout).

Inoltre, nonostante i 22 anni, è oramai il vero leader de facto della difesa blucerchiata grazie al suo carisma, alla sua calma e all’abilità nel gestire il pallone anche sotto pressione; infatti, quando il pallone circola con difficoltà tra i piedi dei centrocampisti, è  spesso lui il primo a proporsi per impostare l’azione, cosa che fa con estrema sicurezza, sia che si tratti di appoggiare corto, sia che si tratti di lanciare in verticale o uscire palla al piede. Andersen ha piedi educati, da centrocampista – ruolo che ha occasionalmente svolto nel Twente: mai un pallone buttato o un accenno di frenesia, elegante ed efficace nel disimpegno.

Questo assist per il gol di Defrel, è una piccola dimostrazione di come Andersen sia in grado di non solo di difendere, ma anche di saper costruire.

Le prestazioni del giovane centrale danese non sono certo passate inosservate e la fila per accaparrarsi il talento della Samp è già molto lunga. Il suo agente (il padre) ha esplicitamente rivelato, in un’intervista, come Andersen piaccia a tutti i primi sei club di Serie A: le piste più probabili portano a Juve, Inter e Napoli, che hanno già preso informazioni sul suo conto e che probabilmente in estate se lo contenderanno. Ma non è apprezzato soltanto in Italia, è seguito da alcune squadre di Premier League, su tutte il Tottenham. La Sampdoria non sembra voler ignorare le numerose offerte ma chiede circa 30-35 milioni, prezzo che potrebbe salire ulteriormente da qui a fine stagione. Non sembra tuttavia che i continui accostamenti di mercato disturbino il giocatore, né tantomeno lo distraggano; Andersen recentemente ha risposto così a una domanda sul suo futuro calcistico:

“È il calcio, succede sempre così. Io penso solo a giocare, poi per me è una bella cosa sapere dell’interesse di queste società. Io però non posso fare molto, di certo voglio fare sempre il meglio possibile. Poi, se qualcosa dovesse succedere, dovrò prendere una posizione. Gioco comunque in un buon club dove sono felice, e ho una bella vita fuori dal campo”.

Insomma, certo non chiude la porta alle big ma fa capire che, al momento, è la Samp ad avere la priorità. Per lui si sprecano i paragoni, specialmente con Skriniar e, in questi casi, non è facile rimanere umili e non montarsi la testa. Nel calcio contemporaneo infatti sono tanti i giocatori talentuosi che, a causa di precoci elogi eccessivi sommati a contratti da capogiro, si smarriscono, senza riuscire a fare quel salto di qualità che li renderebbe completi. Dal canto suo Joachim Andersen ha spiegato come sia per lui un obiettivo emulare il percorso di Skriniar, ma ha anche preso le distanze da questo paragone troppo ovvio, che non ritiene totalmente azzeccato:

“Penso sia normale il paragone perché in tanti rivedono nel mio percorso quello di Milan. Solo questo potrebbe essere il punto in comune, perché per il resto siamo diversi. Lui è slovacco e io danese…ma soprattutto per caratteristiche. In generale non c’è un difensore al quale mi ispiro, anche se per me il migliore al mondo nel ruolo resta Ramos.”

Aldilà delle dichiarazioni, dei paragoni e degli accostamenti di mercato, che lasciano il tempo che trovano, quello che veramente conta è il campo e, se riuscirà a mantenere la concentrazione e ad allenarsi con determinazione per migliorare costantemente, Andersen potrà compiere un percorso simile a quello del “predecessore” Skriniar o magari anche a superarlo in futuro in altri contesti. Questo solo il tempo potrà dircelo. Intanto i tifosi della Samp si godono le sue prestazioni preparandosi ad un finale di stagione vivo con la corsa all’Europa League che rimane – in questo strano campionato – aperta più che mai.