Le firme

Fiorentino, fondatore di Zona Cesarini, autore a tempo perso. Soffro di una rara malattia compulsiva per tutto ciò che ha a che fare con viaggi, cinema, musica e calcio. Adepto del culto di Matt Le Tissier. Scrive anche su Il Fatto Quotidiano.

Social Media Strategist, Copywriter, Difensore centrale. Discuto di politica e scrivo di calcio, ma parlo d'amore.

Fondatore di Zona Cesarini. Vecchia mezzala sinistra di periferia, ha appeso le scarpette al chiodo da anni. Ambidestro naturale. Grande appassionato di calcio parlato. Roberto Baggio è la sua stella cometa.

Si occupa di ricerca e formazione sulla televisione e il giornalismo. Scrive di media (e altre storie) dove gli capita. Tifoso del Pergocrema, ama scrivere di calcio (passato) tanto quanto leggere i romanzi di Jonathan Coe.

22 anni, geometra come Galliani, inizia a parlare di calcio quando capisce che il suo mancino non è lo stesso di Recoba. Purtroppo.

Classe 1987, giornalista. Scrivere è la mia passione. Se giocassi a calcio sarei indeciso tra la Nazionale italiana e quella croata, ma non mi chiameranno mai quindi posso stare sereno.

Ala sinistra. Fiorentina o barbarie.

Fan numero 1 (forse perché l'unico) di Oliver Giroud, scrive di calcio perché ormai troppo pigro per giocarci. Fondatore di sottoal7.com

Toscano di frontiera, bassista per diletto. Prende la vita in contropiede, sperando di sfruttare un'occasione all'ultimo minuto, con un pezzo dei Creedence Clearwater Revival in sottofondo.

Point guard e appassionato d'arti visive, vive tra le nuvole in un mondo tutto suo; dove non è ben accetto.

Napoletano, classe 1998, vive, scrive e sogna di calcio.

Veneziano ma ormai modenese d'adozione, studente prossimo alla laurea in antropologia, alterno sedentarietà compulsiva a uno sfrenato bisogno di viaggiare. Tra le tante cose che non sopporto c'è il descrivermi in poche righe, quindi la chiudo qui.

Tifoso polemico, narratore logorroico, giornalista mancato e mancante. Scrivo di calcio perché, di base, non so giocarci.

Volevo essere un calciatore e sono diventato un cestista. Ho un juke box in casa e una cineteca da 2500 film. Anfield è la mia religione. Nick Hornby il mio maestro. Scrivo perché sono un paraculo. Toglietemi tutto, ma non Bruce Springsteen e Yoann Gourcuff come trequartista alla Playstation.

Più vecchio di Donnarumma ma più giovane di Locatelli. Su un treno tra Parma e Milano venera Payet, Di Maria e Robben.

Amo tutto del calcio, tranne i calciatori forti e umili miglioratisi con dedizione e impegno. Loro mi fanno sentire in colpa.

Scrive di calcio perché i rigori li manda in curva, scrive di basket perché fatica a chiudere un terzo tempo. Laureato in Scienze Politiche, scrive anche di altro, ma sottovoce.

Illustratrice

Nata a Castellammare di Stabia cresciuta a Castel San Pietro Terme, vive a Firenze con il fedele Piccolo Konan e il buon Taba, fedele compagno di vita e domeniche sportive. Un giorno all'improvviso disse: Da grande voglio disegnare calciatori.

Nutre una passione smodata per gli outcast pallonari, per i figli di un Dio minore che mai vedrete sulle prime dei quotidiani. Malgrado il suo ateismo impenitente, si professa fondamentalista zemaniano.